Telegrafo
- Testo
- Bibliografia5
- Foto4
- Video2
- Links2
- Voci correlate
Autore: Barbara Di Paola
È un sistema di telecomunicazione da punto a punto che permette la trasmissione di messaggi a distanza tramite una successione di segnali rappresentanti lettere dell’alfabeto, insiemi di lettere o di parole, numeri. Il t. si avvale di un dispositivo che, in base a un codice prestabilito, traduce i messaggi in segnali trasmessi a un’apparecchiatura ricevente che li decodifica. Il collegamento tra la stazione emittente e quella ricevente può avvenire mediante corrente elettrica, onde radio o luce visibile.
Nel 1791 il fisico francese Claude Chappe, utilizzando proprio quest’ultimo tipo di trasmissione, mise a punto il primo strumento atto alla comunicazione di messaggi a distanza: il t. ottico. Nel 1793 venne istituito in Francia il primo collegamento regolare per la trasmissione di notizie da Parigi a Lilla.
La telegrafia ottica, oltre a consentire la comunicazione tra punti a grande distanza in tempi sensibilmente brevi, fissò altri elementi che ancora oggi si trovano alla base dei sistemi di telecomunicazione: la codificazione dell’informazione in un linguaggio standard, la costituzione di una rete permanente di collegamento tra punti lontani fra di loro, la gestione della rete da parte di tecnici specializzati.
In Francia, come in altri Paesi europei (Inghilterra, Prussia, Spagna, Svezia), il principale uso del t. ottico fu di tipo militare; successivamente esso divenne per l’amministrazione statale anche strumento di controllo e di mantenimento dell’ordine interno. La preoccupazione, da parte dei governi, di un uso illecito della nuova tecnologia a fini sovversivi fu presente sin dall’inizio, tanto che il controllo statale sui flussi comunicativi, nonché il tipo di gestione con militari o ingegneri dei lavori pubblici, limitarono le funzioni del t. ottico a una comunicazione quasi esclusivamente di Stato; tuttavia tra il 1830 e il 1840 cominciò a diffondersi anche un uso commerciale che utilizzava reti distinte da quelle di Stato.
La crescita spontanea di un utilizzo commerciale e privato del t. e la necessità di una trasmissione rapida delle informazioni industriali e commerciali erano espressioni dell’insorgere di nuove esigenze proprie del nascente sistema economico capitalista. Laddove, come in Inghilterra, la concezione liberale della società acconsentì a una pluralità di usi del t. ottico (soprattutto commerciali), permettendo all’iniziativa privata l’installazione di reti telegrafiche, venne a crearsi un contesto ideale per lo sviluppo della tecnologia del t.
Contemporaneamente, in seguito alla scoperta dell’elettromagnetismo (1820), si procedeva alla sperimentazione di altri sistemi di comunicazione basati sull’utilizzo delle proprietà della corrente elettrica. Fiorirono così vari progetti di telegrafia elettrica accompagnati dalla proposta (spesso degli stessi inventori) di sfruttare l’invenzione a fini commerciali. Il primo dispositivo di t. elettrico fu messo a punto dal barone Schilling (un diplomatico russo) sfruttando il suggerimento di Ampère di usare come sistema telegrafico l’azione elettrica esercitata sugli aghi calamitati. Solo nel 1834 il fisico Wheatstone e il giovane studente Cooke costruirono un primo modello di apparecchio (brevettato nel 1837).
In maniera autonoma rispetto ai due inglesi, ancora nel 1837, Samuel Finley Breese Morse, professore di disegno all’Università di New York, inventava un sistema di telegrafia elettrica molto semplice: un tasto manipolatore (una leva a molla azionata a mano) trasmette segnali codificati a un apparecchio ricevente chiudendo o aprendo il circuito elettrico; quando il circuito è chiuso, l’elettrocalamita del ricevitore attira a sé la punta scrivente facendola aderire al nastro carta così da tracciare un segno. Con un simile meccanismo, sulla striscia di carta vengono tracciate delle linee, la cui lunghezza varia secondo la durata dei contatti: molto brevi per i punti, più lunghi per le linee. Con la combinazione di punti e linee Morse costruì il suo codice, individuando 36 simboli corrispondenti a quelli dell’alfabeto inglese Teoria dell’informazione). Con il t. Morse era possibile trasmettere circa cinquecento parole in un’ora.
Nel 1839 Cooke e Wheatstone inaugurarono la prima linea telegrafica inglese con fili aerei appesi a una serie di pali; nel 1844, negli Stati Uniti, Morse realizzò la prima linea interurbana che collegava Washington a Baltimora, seguita nel 1859 dalla linea New York-San Francisco.
Poiché il bisogno di una comunicazione universale, rapida ed efficace richiedeva una standardizzazione dei sistemi di trasmissione telegrafica, in breve tutti i Paesi che utilizzavano il t. elettrico adottarono il codice (o alfabeto) Morse. Nello stesso tempo, nascevano le prime forme di interconnessione nazionale e si creavano vari accordi tra i Paesi (come l’Unione Telegrafica Europea Occidentale stipulata tra Belgio, Svizzera, Sardegna, Spagna, Francia nel 1855), confluiti poi nell’Unione Telegrafica Internazionale fondata a Parigi nel 1865, a cui partecipavano una ventina di Paesi, la maggior parte europei. Quest’ultima fu l’antenata dell’attuale Unione Internazionale delle Telecomunicazioni nata a Madrid nel 1932. Si tratta delle prime organizzazioni internazionali pacifiche e permanenti.
Oltre all’innovazione tecnologica rappresentata dall’applicazione dell’elettricità al t., la novità dello strumento risiede nel suo immediato utilizzo commerciale: Cooke, ad esempio, presentò il suo dispositivo direttamente alle aziende ferroviarie come un sistema capace di accrescere la sicurezza su rotaia e di migliorarne la gestione: la possibilità di annunciare, con un simile strumento, l’arrivo dei treni permetteva la regolazione del traffico. (Elettricità)
A differenza dell’Inghilterra, in cui la rete telegrafica si sviluppò anche in ambito privato senza l’intervento statale, in Francia lo Stato, che vide nel t. uno strumento esclusivamente amministrativo e militare, si mostrò fin dall’inizio restio nei confronti del nuovo mezzo, preferendo la telegrafia ottica. Con il rapido sviluppo del t. negli altri Paesi, anche in Francia divenne indispensabile la costruzione di linee telegrafiche di questo tipo: nacque le linea Parigi-Rouen, seguita dalla linea Parigi-Lilla.
La diffusione del t., come strumento che collega punti lontani e assicura il controllo efficace del passaggio d’informazioni, permise lo sviluppo delle prime reti moderne: le ferrovie, le catene della grande distribuzione, la rete elettrica. In particolare il rapporto con la ferrovia fu assai fecondo, perché permetteva anche l’istallazione dei pali a fianco della linea (una caratteristica del t. fino a tempi recentissimi). La rete telegrafica, assieme a quelle ferroviaria, stradale e postale, alimentò e contribuì a realizzare, nel tempo, il desiderio di collegare persone e popoli, cioè l’universalità ideale di illuminista memoria.
Il t. elettrico, sviluppatosi a cavallo tra la prima e la seconda metà del diciannovesimo secolo, fu anche il pungolo per lo sviluppo di una serie di attività necessarie alla crescita del mercato capitalista. Il repentino aumento dell’attività borsistica delle diverse piazze europee fu conseguenza quasi diretta non solo del boom ferroviario, ma anche dell’uso del t. da parte degli investitori e degli agenti di borsa. Anche la nascita della distribuzione moderna delle merci ebbe origine dal connubio tra sviluppo dei mezzi di trasporto e di trasmissione telegrafica. L’uso finanziario e l’uso commerciale resero il t. lo strumento principe della comunicazione di mercato della seconda metà dell’Ottocento.
Gli altri utenti del t. erano i giornali (nascono in quel periodo i corrispondenti di guerra): è significativo che ancora oggi molti giornali nel mondo si richiamino, nella testata, al t. L’uso individuale e privato del mezzo era invece, all’epoca, sicuramente minoritario.
Gli usi del t. furono in parte soppiantati dall’avvento del telefono e dalla radiotelegrafia (‘t. senza fili’). Il primo, trasmettendo direttamente la voce umana, non richiedeva più un operatore specializzato e dunque permetteva la comunicazione privata e familiare. La seconda prescindeva dalla necessità del filo. Oggi, a seguito dei processi di convergenza tecnologica in atto e della digitalizzazione della produzione, trasmissione e ricezione dei messaggi, il t., nel suo uso originario, è stato sostituito dai fax, molto più rapidi ed efficaci e, più in generale, dalle reti telematiche.
Il codice Morse, nato per la tecnologia telegrafica elettrica, è stato usato a lungo soprattutto per scopi bellici e per le comunicazioni marittime attraverso onde radio. Recentemente (1° febbraio 1999) per tutte le comunicazioni marittime è stato soppiantato dall’uso della tecnologia satellitare. (Storia della comunicazione)
Nel 1791 il fisico francese Claude Chappe, utilizzando proprio quest’ultimo tipo di trasmissione, mise a punto il primo strumento atto alla comunicazione di messaggi a distanza: il t. ottico. Nel 1793 venne istituito in Francia il primo collegamento regolare per la trasmissione di notizie da Parigi a Lilla.
La telegrafia ottica, oltre a consentire la comunicazione tra punti a grande distanza in tempi sensibilmente brevi, fissò altri elementi che ancora oggi si trovano alla base dei sistemi di telecomunicazione: la codificazione dell’informazione in un linguaggio standard, la costituzione di una rete permanente di collegamento tra punti lontani fra di loro, la gestione della rete da parte di tecnici specializzati.
In Francia, come in altri Paesi europei (Inghilterra, Prussia, Spagna, Svezia), il principale uso del t. ottico fu di tipo militare; successivamente esso divenne per l’amministrazione statale anche strumento di controllo e di mantenimento dell’ordine interno. La preoccupazione, da parte dei governi, di un uso illecito della nuova tecnologia a fini sovversivi fu presente sin dall’inizio, tanto che il controllo statale sui flussi comunicativi, nonché il tipo di gestione con militari o ingegneri dei lavori pubblici, limitarono le funzioni del t. ottico a una comunicazione quasi esclusivamente di Stato; tuttavia tra il 1830 e il 1840 cominciò a diffondersi anche un uso commerciale che utilizzava reti distinte da quelle di Stato.
La crescita spontanea di un utilizzo commerciale e privato del t. e la necessità di una trasmissione rapida delle informazioni industriali e commerciali erano espressioni dell’insorgere di nuove esigenze proprie del nascente sistema economico capitalista. Laddove, come in Inghilterra, la concezione liberale della società acconsentì a una pluralità di usi del t. ottico (soprattutto commerciali), permettendo all’iniziativa privata l’installazione di reti telegrafiche, venne a crearsi un contesto ideale per lo sviluppo della tecnologia del t.
Contemporaneamente, in seguito alla scoperta dell’elettromagnetismo (1820), si procedeva alla sperimentazione di altri sistemi di comunicazione basati sull’utilizzo delle proprietà della corrente elettrica. Fiorirono così vari progetti di telegrafia elettrica accompagnati dalla proposta (spesso degli stessi inventori) di sfruttare l’invenzione a fini commerciali. Il primo dispositivo di t. elettrico fu messo a punto dal barone Schilling (un diplomatico russo) sfruttando il suggerimento di Ampère di usare come sistema telegrafico l’azione elettrica esercitata sugli aghi calamitati. Solo nel 1834 il fisico Wheatstone e il giovane studente Cooke costruirono un primo modello di apparecchio (brevettato nel 1837).
In maniera autonoma rispetto ai due inglesi, ancora nel 1837, Samuel Finley Breese Morse, professore di disegno all’Università di New York, inventava un sistema di telegrafia elettrica molto semplice: un tasto manipolatore (una leva a molla azionata a mano) trasmette segnali codificati a un apparecchio ricevente chiudendo o aprendo il circuito elettrico; quando il circuito è chiuso, l’elettrocalamita del ricevitore attira a sé la punta scrivente facendola aderire al nastro carta così da tracciare un segno. Con un simile meccanismo, sulla striscia di carta vengono tracciate delle linee, la cui lunghezza varia secondo la durata dei contatti: molto brevi per i punti, più lunghi per le linee. Con la combinazione di punti e linee Morse costruì il suo codice, individuando 36 simboli corrispondenti a quelli dell’alfabeto inglese Teoria dell’informazione). Con il t. Morse era possibile trasmettere circa cinquecento parole in un’ora.
Nel 1839 Cooke e Wheatstone inaugurarono la prima linea telegrafica inglese con fili aerei appesi a una serie di pali; nel 1844, negli Stati Uniti, Morse realizzò la prima linea interurbana che collegava Washington a Baltimora, seguita nel 1859 dalla linea New York-San Francisco.
Poiché il bisogno di una comunicazione universale, rapida ed efficace richiedeva una standardizzazione dei sistemi di trasmissione telegrafica, in breve tutti i Paesi che utilizzavano il t. elettrico adottarono il codice (o alfabeto) Morse. Nello stesso tempo, nascevano le prime forme di interconnessione nazionale e si creavano vari accordi tra i Paesi (come l’Unione Telegrafica Europea Occidentale stipulata tra Belgio, Svizzera, Sardegna, Spagna, Francia nel 1855), confluiti poi nell’Unione Telegrafica Internazionale fondata a Parigi nel 1865, a cui partecipavano una ventina di Paesi, la maggior parte europei. Quest’ultima fu l’antenata dell’attuale Unione Internazionale delle Telecomunicazioni nata a Madrid nel 1932. Si tratta delle prime organizzazioni internazionali pacifiche e permanenti.
Oltre all’innovazione tecnologica rappresentata dall’applicazione dell’elettricità al t., la novità dello strumento risiede nel suo immediato utilizzo commerciale: Cooke, ad esempio, presentò il suo dispositivo direttamente alle aziende ferroviarie come un sistema capace di accrescere la sicurezza su rotaia e di migliorarne la gestione: la possibilità di annunciare, con un simile strumento, l’arrivo dei treni permetteva la regolazione del traffico. (Elettricità)
A differenza dell’Inghilterra, in cui la rete telegrafica si sviluppò anche in ambito privato senza l’intervento statale, in Francia lo Stato, che vide nel t. uno strumento esclusivamente amministrativo e militare, si mostrò fin dall’inizio restio nei confronti del nuovo mezzo, preferendo la telegrafia ottica. Con il rapido sviluppo del t. negli altri Paesi, anche in Francia divenne indispensabile la costruzione di linee telegrafiche di questo tipo: nacque le linea Parigi-Rouen, seguita dalla linea Parigi-Lilla.
La diffusione del t., come strumento che collega punti lontani e assicura il controllo efficace del passaggio d’informazioni, permise lo sviluppo delle prime reti moderne: le ferrovie, le catene della grande distribuzione, la rete elettrica. In particolare il rapporto con la ferrovia fu assai fecondo, perché permetteva anche l’istallazione dei pali a fianco della linea (una caratteristica del t. fino a tempi recentissimi). La rete telegrafica, assieme a quelle ferroviaria, stradale e postale, alimentò e contribuì a realizzare, nel tempo, il desiderio di collegare persone e popoli, cioè l’universalità ideale di illuminista memoria.
Il t. elettrico, sviluppatosi a cavallo tra la prima e la seconda metà del diciannovesimo secolo, fu anche il pungolo per lo sviluppo di una serie di attività necessarie alla crescita del mercato capitalista. Il repentino aumento dell’attività borsistica delle diverse piazze europee fu conseguenza quasi diretta non solo del boom ferroviario, ma anche dell’uso del t. da parte degli investitori e degli agenti di borsa. Anche la nascita della distribuzione moderna delle merci ebbe origine dal connubio tra sviluppo dei mezzi di trasporto e di trasmissione telegrafica. L’uso finanziario e l’uso commerciale resero il t. lo strumento principe della comunicazione di mercato della seconda metà dell’Ottocento.
Gli altri utenti del t. erano i giornali (nascono in quel periodo i corrispondenti di guerra): è significativo che ancora oggi molti giornali nel mondo si richiamino, nella testata, al t. L’uso individuale e privato del mezzo era invece, all’epoca, sicuramente minoritario.
Gli usi del t. furono in parte soppiantati dall’avvento del telefono e dalla radiotelegrafia (‘t. senza fili’). Il primo, trasmettendo direttamente la voce umana, non richiedeva più un operatore specializzato e dunque permetteva la comunicazione privata e familiare. La seconda prescindeva dalla necessità del filo. Oggi, a seguito dei processi di convergenza tecnologica in atto e della digitalizzazione della produzione, trasmissione e ricezione dei messaggi, il t., nel suo uso originario, è stato sostituito dai fax, molto più rapidi ed efficaci e, più in generale, dalle reti telematiche.
Il codice Morse, nato per la tecnologia telegrafica elettrica, è stato usato a lungo soprattutto per scopi bellici e per le comunicazioni marittime attraverso onde radio. Recentemente (1° febbraio 1999) per tutte le comunicazioni marittime è stato soppiantato dall’uso della tecnologia satellitare. (Storia della comunicazione)
Foto
Bibliografia
- CAREY James W., Technology and ideology. The case of the telegraph in Id., Communication as culture. Essays in media and society, Unwin Hyman, Boston (MA) 1988.
- CAVINA Urbano, Il telegrafo senza fili e il suo sviluppo in Italia (1895-1914), Sandit, Albino (BG) 2009.
- LO CASCIO Pippo, Comunicazioni e trasmissioni. La lunga storia della comunicazione umana dai fari al telegrafo, Rubbettino, Soveria Mannelli (CZ) 2002.
- TATA Claudio, Manuale pratico di telegrafia. Teorie e tecniche di manipolazione, Sandit, Albino (BG) 2009.
- WINSTON Brian, Media technology and society. A history: from the telegraph to the Internet, Routledge, London 1998.
Documenti
Non ci sono documenti per questa voce
Links
Come citare questa voce
Di Paola Barbara , Telegrafo, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (21/11/2024).
Il testo è disponibile secondo la licenza CC-BY-NC-SA
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
1239