Fantasy
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Autore: Carlo Tagliabue
Fate, elfi, gnomi, folletti, unicorni, creature fantastiche dotate di poteri straordinari, magie, incantesimi e sortilegi di ogni tipo: questi sono gli ingredienti e i protagonisti di un genere cinematografico che ha avuto la sua massima frequentazione dagli anni Ottanta in poi; un genere che ha, tuttavia, il suo progenitore in Georges Méliès, l’inventore del cinema come regno dei trucchi e della fantasia creativa, dei ‘sogni in pellicola’, come lui stesso amava definire i suoi film.
Il punto di partenza ideale di ciò che comunemente viene oggi definito come f. va ricercato, probabilmente, da una parte, nel successo avuto dalle avventure fantastiche descritte nei libri di J. R. Tolkien (1892-1973; famoso soprattutto Il Signore degli anelli), dall’altra, nel perfezionamento raggiunto dalla tecnica cinematografica, la quale, attraverso l’uso degli effetti speciali, ha reso possibile la creazione di esseri magici e sovraumani, di luoghi irreali e suggestivi, di atmosfere al di fuori del tempo e della storia, puntando tutto sulla grande resa spettacolare di queste opere.
L’elenco dei titoli appartenenti a questo genere è quanto mai numeroso, a cominciare dalla serie di La storia infinita 1, 2, 3 (rispettivamente del 1984, 1990, 1995), per proseguire con Legend (1984), L’anello incantato (1995), fino ad arrivare a Beowulf (1998).
Gli ingredienti narrativi base di questi che sono stati chiamati fantasy-movie si rifanno sostanzialmente al modello di racconto della fiaba medioevale, completo di tutti i suoi stereotipi e dei suoi canoni narrativi, impostati fondamentalmente sul contrasto frontale e manicheo di due forze contrapposte, in perenne lotta tra loro. A questo proposito, è indicativo quanto ha dichiarato Ridley Scott, il regista di Legend, in occasione dell’uscita del suo film: "Non è un’opera sul passato o sul futuro e neppure sul contemporaneo, per cui la sua ambientazione è senza tempo, come senza tempo è il conflitto tra luce e tenebre che ha avuto inizio con la creazione e non potrà mai avere fine".
Il punto di partenza ideale di ciò che comunemente viene oggi definito come f. va ricercato, probabilmente, da una parte, nel successo avuto dalle avventure fantastiche descritte nei libri di J. R. Tolkien (1892-1973; famoso soprattutto Il Signore degli anelli), dall’altra, nel perfezionamento raggiunto dalla tecnica cinematografica, la quale, attraverso l’uso degli effetti speciali, ha reso possibile la creazione di esseri magici e sovraumani, di luoghi irreali e suggestivi, di atmosfere al di fuori del tempo e della storia, puntando tutto sulla grande resa spettacolare di queste opere.
L’elenco dei titoli appartenenti a questo genere è quanto mai numeroso, a cominciare dalla serie di La storia infinita 1, 2, 3 (rispettivamente del 1984, 1990, 1995), per proseguire con Legend (1984), L’anello incantato (1995), fino ad arrivare a Beowulf (1998).
Gli ingredienti narrativi base di questi che sono stati chiamati fantasy-movie si rifanno sostanzialmente al modello di racconto della fiaba medioevale, completo di tutti i suoi stereotipi e dei suoi canoni narrativi, impostati fondamentalmente sul contrasto frontale e manicheo di due forze contrapposte, in perenne lotta tra loro. A questo proposito, è indicativo quanto ha dichiarato Ridley Scott, il regista di Legend, in occasione dell’uscita del suo film: "Non è un’opera sul passato o sul futuro e neppure sul contemporaneo, per cui la sua ambientazione è senza tempo, come senza tempo è il conflitto tra luce e tenebre che ha avuto inizio con la creazione e non potrà mai avere fine".
C. Tagliabue
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Come citare questa voce
Tagliabue Carlo , Fantasy, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (23/11/2024).
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