Comunicazione pubblica
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Autore: Adriano Zanacchi
Viene così chiamata la comunicazione che le istituzioni pubbliche indirizzano ai cittadini per informarli circa le loro attività, le loro iniziative, le opportunità da loro offerte. È un settore relativamente nuovo nell’ambito delle iniziative di comunicazione, sviluppatosi come derivazione dall’area della pubblicità e delle relazioni pubbliche, che si caratterizza essenzialmente per la provenienza dei messaggi (le istituzioni pubbliche, cioè facenti capo, direttamente o indirettamente, allo Stato) e per il suo oggetto (l’attività di interesse generale che rientra nei compiti specifici di dette istituzioni).
Si tratta, dunque, di una comunicazione che riguarda gli interessi generali della comunità e che esula dall’area del profitto o degli interessi esclusivamente privati. Essa si collega al concetto di ‘pubblicità’ intesa secondo l’uso propostone da Habermas come discussione pubblica nell’ambito della società civile su problemi e argomenti di interesse generale (Opinione pubblica). Rappresenta, perciò, "quella proprietà delle istituzioni di essere accessibili, aperte al pubblico e disponibili a fornire informazioni di interesse generale"(Mancini, 1996), e coinvolge sia la disponibilità delle istituzioni alle domande, ai controlli, alle verifiche provenienti dall’esterno, sia l’iniziativa delle istituzioni stesse a promuovere un flusso informativo verso l’esterno.
Il concetto di c.p. può essere esteso fino a comprendervi, oltre alla comunicazione promossa dalle istituzioni pubbliche e avente per oggetto i loro compiti, anche la comunicazione proveniente da soggetti politici riguardante argomenti controversi rispetto ai quali si sostiene un determinato punto di vista, e la comunicazione di solidarietà sociale, riguardante problemi di interesse generale relativamente controversi, diffusa sia da soggetti pubblici, sia da soggetti privati o semipubblici. Per queste ultime due forme di comunicazione si tende a utilizzare le espressioni ‘pubblicità politica’ e ‘pubblicità sociale’ come del resto si ricorre anche al termine ‘pubblicità pubblica’ ove provenga da soggetti pubblici e riguardi le loro attività istituzionali quando si tratta di messaggi realizzati e diffusi facendo ricorso alle tipiche tecniche della pubblicità messe a punto in ambito commerciale (Pubblicità. 5.La pubblicità non commerciale).
L’estensione più ampia del concetto include tutte le forme di comunicazione considerate ‘pubbliche’ in quanto rivolte al ‘pubblico’ e specialmente l’informazione giornalistica, stampata e radiotelevisiva: "Si definisce come pubblica quella comunicazione che ha per oggetto gli affari di interesse generale, quelli che in inglese vengono definiti public affairs la cui traduzione italiana non dà pienamente ragione del significato del termine. La definizione proposta di comunicazione pubblica deriva insomma dagli ‘oggetti’ ai quali si applica e non dai soggetti che la praticano’ (Mancini, 1996).
Il rapporto tra c.p. e sistemi sociopolitici costituisce oggetto privilegiato delle cosiddette teorie normative.
Si tratta, dunque, di una comunicazione che riguarda gli interessi generali della comunità e che esula dall’area del profitto o degli interessi esclusivamente privati. Essa si collega al concetto di ‘pubblicità’ intesa secondo l’uso propostone da Habermas come discussione pubblica nell’ambito della società civile su problemi e argomenti di interesse generale (Opinione pubblica). Rappresenta, perciò, "quella proprietà delle istituzioni di essere accessibili, aperte al pubblico e disponibili a fornire informazioni di interesse generale"(Mancini, 1996), e coinvolge sia la disponibilità delle istituzioni alle domande, ai controlli, alle verifiche provenienti dall’esterno, sia l’iniziativa delle istituzioni stesse a promuovere un flusso informativo verso l’esterno.
Il concetto di c.p. può essere esteso fino a comprendervi, oltre alla comunicazione promossa dalle istituzioni pubbliche e avente per oggetto i loro compiti, anche la comunicazione proveniente da soggetti politici riguardante argomenti controversi rispetto ai quali si sostiene un determinato punto di vista, e la comunicazione di solidarietà sociale, riguardante problemi di interesse generale relativamente controversi, diffusa sia da soggetti pubblici, sia da soggetti privati o semipubblici. Per queste ultime due forme di comunicazione si tende a utilizzare le espressioni ‘pubblicità politica’ e ‘pubblicità sociale’ come del resto si ricorre anche al termine ‘pubblicità pubblica’ ove provenga da soggetti pubblici e riguardi le loro attività istituzionali quando si tratta di messaggi realizzati e diffusi facendo ricorso alle tipiche tecniche della pubblicità messe a punto in ambito commerciale (Pubblicità. 5.La pubblicità non commerciale).
L’estensione più ampia del concetto include tutte le forme di comunicazione considerate ‘pubbliche’ in quanto rivolte al ‘pubblico’ e specialmente l’informazione giornalistica, stampata e radiotelevisiva: "Si definisce come pubblica quella comunicazione che ha per oggetto gli affari di interesse generale, quelli che in inglese vengono definiti public affairs la cui traduzione italiana non dà pienamente ragione del significato del termine. La definizione proposta di comunicazione pubblica deriva insomma dagli ‘oggetti’ ai quali si applica e non dai soggetti che la praticano’ (Mancini, 1996).
Il rapporto tra c.p. e sistemi sociopolitici costituisce oggetto privilegiato delle cosiddette teorie normative.
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Bibliografia
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Come citare questa voce
Zanacchi Adriano , Comunicazione pubblica, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (30/12/2024).
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