Psicografia

Modalità di ricerca, adottata prevalentemente nell’ambito del marketing e della pubblicità, che prende in considerazione aggregati di consumatori sulla base dei loro atteggiamenti verso determinate tipologie di consumo di beni materiali e immateriali o di determinati valori. Integra i tradizionali criteri demografici ed economici, risultati insufficienti per la comprensione e la previsione dei fenomeni di consumo e per orientare le iniziative di comunicazione rivolte a promuoverli, utilizzando variabili di ordine psicologico, sociologico, comportamentale. Particolare rilievo viene dato, nell’ambito di questo tipo di ricerca, allo studio degli ‘stili di vita’, profili psicosociologici costruiti sulla base di vari fattori, comprendenti abitudini, gusti, tipo di alimentazione, modalità di fruizione dei mass media, attenzione per i problemi della salute e altre variabili di ordine psico-sociale, condivisi da gruppi omogenei di persone. La p. tende quindi a individuare, all’interno di una determinata popolazione, gruppi, settori o segmenti di consumatori, attuali o potenziali, che presentano caratteristiche simili nel modo di vivere e di consumare. Questi gruppi, denominati a volte con termini pittoreschi (‘i cipputi’, ‘gli affluenti’, ecc.), sono studiati in modo continuativo mediante indagini di tipo campionario da istituti specializzati. In Italia sono note le indagini psicografiche svolte dall’Eurisko (‘Sinottica’) e dalla G.P.F. & Associati (‘Monitor 3SC’). L’inizio della p. viene fatto risalire al 1964; la paternità del nome (derivazione di quello più comune di demografia) viene attribuita al ricercatore statunitense Emanuel Demby, il quale ha definito la p. come "l’applicazione pratica delle scienze sociali e dello studio sul comportamento alle ricerche di marketing" (Wells, 1977).