Beta
- Testo
- Bibliografia1
- Voci correlate
Autori: Franco Lever, Roberto Mastroianni
Il termine è usato in due contesti differenti: in ambito televisivo e in informatica.
a) in ambito televisivo. La Sony nel 1975 propose un videoregistratore amatoriale di grande qualità e lo chiamò Betamax, utilizzando come prima parte del nome la parola giapponese ‘beta’ (traducibile in a superficie totale) proprio per indicare una delle caratteristiche più innovative dello strumento, che era in grado di registrare le tracce video senza lasciare tra l’una e l’altra alcun spazio di separazione, utilizzando quindi il nastro in modo molto efficiente. Dieci anni dopo la Sony lanciò una serie di telecamere e videoregistratori di livello professionale a cui diede il nome Betacam. La cassetta usata ha solo le dimensioni del formato Betamax (nel frattempo sconfitto commercialmente dal VHS), usa un nastro diverso e soprattutto differente è il tipo di codificazione del segnale video.
b) in informatica, b. è un termine usato insieme ad altre parole: ‘versione b. di un programma’, ‘b. tester’. I produttori di software, prima di rilasciare in forma definitiva un programma, ne distribuiscono gratuitamente varie versioni preliminari a un certo numero di utenti (b. tester) in modo da verificare la presenza di eventuali difetti. Queste stesse versioni provvisorie possono essere messe a disposizione anche in Internet e così un larghissimo numero di utenti si presta a essere in un certo senso utilizzatore e cavia.
È interessante notare come, con le nuove tecnologie, la ricerca di eventuali difetti di un programma (i bug) acquisti un rilievo particolare. Ieri l’industria tendeva a tenere nascosti al grande pubblico i limiti dei suoi prodotti (meno che mai lanciava una gara perché ne venissero denunciati i difetti); oggi si investono parti notevoli del budget per distribuire il prodotto e farlo testare a fondo da parte di ogni tipo di utilizzatore. La ragione sta nel fatto che risulta più difficile scoprire gli errori, che non il correggerli; e meno difetti ha un software, più sicuro e quindi commercialmente più appetibile esso diventa.
a) in ambito televisivo. La Sony nel 1975 propose un videoregistratore amatoriale di grande qualità e lo chiamò Betamax, utilizzando come prima parte del nome la parola giapponese ‘beta’ (traducibile in a superficie totale) proprio per indicare una delle caratteristiche più innovative dello strumento, che era in grado di registrare le tracce video senza lasciare tra l’una e l’altra alcun spazio di separazione, utilizzando quindi il nastro in modo molto efficiente. Dieci anni dopo la Sony lanciò una serie di telecamere e videoregistratori di livello professionale a cui diede il nome Betacam. La cassetta usata ha solo le dimensioni del formato Betamax (nel frattempo sconfitto commercialmente dal VHS), usa un nastro diverso e soprattutto differente è il tipo di codificazione del segnale video.
b) in informatica, b. è un termine usato insieme ad altre parole: ‘versione b. di un programma’, ‘b. tester’. I produttori di software, prima di rilasciare in forma definitiva un programma, ne distribuiscono gratuitamente varie versioni preliminari a un certo numero di utenti (b. tester) in modo da verificare la presenza di eventuali difetti. Queste stesse versioni provvisorie possono essere messe a disposizione anche in Internet e così un larghissimo numero di utenti si presta a essere in un certo senso utilizzatore e cavia.
È interessante notare come, con le nuove tecnologie, la ricerca di eventuali difetti di un programma (i bug) acquisti un rilievo particolare. Ieri l’industria tendeva a tenere nascosti al grande pubblico i limiti dei suoi prodotti (meno che mai lanciava una gara perché ne venissero denunciati i difetti); oggi si investono parti notevoli del budget per distribuire il prodotto e farlo testare a fondo da parte di ogni tipo di utilizzatore. La ragione sta nel fatto che risulta più difficile scoprire gli errori, che non il correggerli; e meno difetti ha un software, più sicuro e quindi commercialmente più appetibile esso diventa.
F. L. e R. M.
Foto
Non ci sono foto per questa voce
Video
Non ci sono video per questa voce
Bibliografia
- BALSEBRE Armando, El lenguaje radiofónico, Catedra, Madrid 1996.
Documenti
Non ci sono documenti per questa voce
Links
Non ci sono link per questa voce
Note
Come citare questa voce
Lever Franco , Mastroianni Roberto , Beta, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (23/11/2024).
Il testo è disponibile secondo la licenza CC-BY-NC-SA
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
133