Caricatura

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Venerabile Orango Tango, caricatura di Charles Darwin, pubblicata su The Hornet, rivista satirica dell’epoca
Il termine deriva dal verbo ‘caricare’, inteso come eccedere o esagerare: in effetti la c. è una qualsiasi opera scritta, dipinta o disegnata che, a fini comici o satirici, accentua fino alla deformazione i tratti caratteristici di un modello originario. Elementi caricaturali si rintracciano sin nelle più antiche forme di comunicazione, dalla civiltà egizia a quella greca, dal Medioevo al Rinascimento. Tuttavia la c. modernamente intesa è un fenomeno rilevante soprattutto per le civiltà occidentali che hanno vissuto il momento dell’industrializzazione, il passaggio a una democrazia liberale, l’avvento di sempre più sofisticati mezzi informativi: non è un caso in tal senso che la c. si sviluppi, anche quantitativamente, in Paesi come l’Inghilterra o gli Stati Uniti, in cui il progresso tecnologico va di pari passo con le conquiste sociali e la diffusione su larga scala dei primi mass media come quotidiani e riviste. La c. divenne poi un’arma di propaganda che i partiti o i regimi politici hanno usato contro i loro avversari. Nel corso del XX secolo, infine, è stata oggetto di feroci censure, che talvolta si sono rivelate addirittura persecutorie nei confronti degli autori.
La storia della c. si lega dunque a quella sociopolitica e, sul piano artistico, più a quella del fumetto che non alla pittura vera e propria (come accade invece nei paesi nordici con la corrente espressionista). La prima rivista di c. nel nostro Paese si chiama Il fischietto e nasce a Torino nel 1847, seguita dall’anticlericale Don Pirlone di Roma e da Arlecchino a Napoli. Per molti decenni le più famose testate restano Il Pasquino col caricaturista Casimiro Teja e il Guerin Meschino. Tra i due secoli è invece molto apprezzato dal pubblico lo stile anarcosocialista de L’Asino con Podrecca e Galantara. Durante il fascismo la c. attenua la propria forza contestatrice, nonostante qualche efficace e divertente tentativo su Marc’Aurelio, Bertoldo, Becco giallo, Il Selvaggio e L’Italiano, grazie a firme talvolta illustri come Mino Maccari, Leo Longanesi, il giovane Federico Fellini. Nel dopoguerra paradossalmente la c. è appannaggio di una pseudocultura di destra: Giorus e Isidori su L’Uomo Qualunque, gli anticlericali del Don Basilio, i reazionari Guareschi e Manzoni del Candido. Negli anni Cinquanta-Sessanta le vignette-battute di Giovanni Mosca sul Corriere d’Informazione, le salaci illustrazioni del longevo Maccari su Il Mondo, le c. politiche di Giuseppe Novello su La Stampa o di Tullio Pericoli su Il Giorno anticipano la moda attuale di avere uno o più caricaturisti su ogni quotidiano: autori provenienti dal mondo del fumetto, con la cui storia s’intreccia ormai inestricabilmente quella della c.

G. Michelone

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Come citare questa voce
Michelone Guido , Caricatura, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (29/03/2024).
CC-BY-NC-SA Il testo è disponibile secondo la licenza CC-BY-NC-SA
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