JPEG
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Autori: Franco Lever, Giuseppe Nicolosi
Si pronuncia jay-peg (gruppo comune di esperti in immagini fotografiche). Questo acronimo indica di fatto due cose diverse, ma tra loro strettamente correlate.
a) JPEG è anzitutto il ‘soprannome’ del gruppo internazionale d’esperti cui è stato affidato l’incarico di mettere a punto nuovi standard di compressione dei file necessari a rappresentare le immagini di tipo fotografico (immagini caratterizzate da una scala continua di colori e di grigi). L’aggettivo joint sta a indicare che si tratta di un impegno coordinato (‘unito’) delle organizzazioni internazionali che presiedono agli standard e delle grandi industrie di software e di hardware. Il nome esatto del gruppo dovrebbe essere ISO/IEC JTC 1/SC29 WG1:
ISO, International Organization for Standardization;
IEC, International Electro-technical Commission;
JTC1, Joint Technical Committee 1;
SC29, Sub-commitee 29;
WG1, Working group 1.
b) La sigla indica anche il più famoso degli standard messi a punto dal gruppo (l’estensione dei relativi file è .jpg). Esso riesce a comprimere un file-immagine in modo progressivo, il che significa che si può scegliere il livello di compressione secondo l’uso cui l’immagine è destinata: con un basso indice di compressione l’immagine resta ricca di particolari, con un indice alto ci sarà una consistente riduzione dell’informazione (fino al 5%) e un visibile degrado dell’immagine; in compenso potrà essere utilizzata per facilitare le ricerche in un database ed essere spedita con grande facilità via Internet. Proprio perché lo standard JPEG utilizza un algoritmo di compressione ‘a perdita d’informazioni’ è importante partire da immagini digitalizzate in forma non compressa.
Lo standard JPEG riguarda soltanto le immagini fisse. Varie industrie, però, hanno messo a punto dei procedimenti di compressione del segnale video, utilizzando il procedimento JPEG per ciascuno dei frame o dei field di cui l’immagine video è formata. Questo tipo di compressione è stato chiamato motion-JPEG o anche M-JPEG. Lo scopo era produrre delle unità digitali di editing video che non richiedessero computer particolarmente potenti. Dopo alcuni anni si è arrivati a risultati ottimi. Va però prestata attenzione a un particolare importante: non esiste un M-JPEG riconosciuto come standard internazionale; ce ne sono, invece, tanti quanti i gruppi industriali che hanno proposto i diversi modelli di schede e di programmi per l’editing video.
a) JPEG è anzitutto il ‘soprannome’ del gruppo internazionale d’esperti cui è stato affidato l’incarico di mettere a punto nuovi standard di compressione dei file necessari a rappresentare le immagini di tipo fotografico (immagini caratterizzate da una scala continua di colori e di grigi). L’aggettivo joint sta a indicare che si tratta di un impegno coordinato (‘unito’) delle organizzazioni internazionali che presiedono agli standard e delle grandi industrie di software e di hardware. Il nome esatto del gruppo dovrebbe essere ISO/IEC JTC 1/SC29 WG1:
ISO, International Organization for Standardization;
IEC, International Electro-technical Commission;
JTC1, Joint Technical Committee 1;
SC29, Sub-commitee 29;
WG1, Working group 1.
b) La sigla indica anche il più famoso degli standard messi a punto dal gruppo (l’estensione dei relativi file è .jpg). Esso riesce a comprimere un file-immagine in modo progressivo, il che significa che si può scegliere il livello di compressione secondo l’uso cui l’immagine è destinata: con un basso indice di compressione l’immagine resta ricca di particolari, con un indice alto ci sarà una consistente riduzione dell’informazione (fino al 5%) e un visibile degrado dell’immagine; in compenso potrà essere utilizzata per facilitare le ricerche in un database ed essere spedita con grande facilità via Internet. Proprio perché lo standard JPEG utilizza un algoritmo di compressione ‘a perdita d’informazioni’ è importante partire da immagini digitalizzate in forma non compressa.
Lo standard JPEG riguarda soltanto le immagini fisse. Varie industrie, però, hanno messo a punto dei procedimenti di compressione del segnale video, utilizzando il procedimento JPEG per ciascuno dei frame o dei field di cui l’immagine video è formata. Questo tipo di compressione è stato chiamato motion-JPEG o anche M-JPEG. Lo scopo era produrre delle unità digitali di editing video che non richiedessero computer particolarmente potenti. Dopo alcuni anni si è arrivati a risultati ottimi. Va però prestata attenzione a un particolare importante: non esiste un M-JPEG riconosciuto come standard internazionale; ce ne sono, invece, tanti quanti i gruppi industriali che hanno proposto i diversi modelli di schede e di programmi per l’editing video.
F. Lever e G. Nicolosi
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Come citare questa voce
Lever Franco , Nicolosi Giuseppe , JPEG, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (13/11/2024).
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