Abbonamento

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Immagine tratta dalla sigla di chiusura e di apertura delle trasmissioni Rai dal 1954 al 1977.
Si intende comunemente per a. il canone da pagare (in base a un contratto o a disposizioni di leggi) quale corrispettivo per la fruizione di un servizio radiotelevisivo o, come nel caso dell’a. tradizionale alla televisione e/o alla radio, per la semplice detenzione di un apparecchio per la ricezione delle trasmissioni.
L’apertura pluralistica del contesto mediale radiotelevisivo prima, l’evoluzione tecnologica poi, hanno costituito il presupposto per un’estensione dell’offerta di mezzi comunicativi. Tale estensione nel caso italiano si è concretizzata, in una prima fase, nella moltiplicazione di media generalisti, finanziati esclusivamente dalla pubblicità e quindi disponibili senza alcun tipo di pagamento diretto, che hanno affiancato la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo (Rai), destinataria del canone di a. quale corrispettivo del servizio fornito.
Le potenzialità connesse alle nuove tecnologie, unitamente a una domanda di comunicazione sempre più specializzata e tendenzialmente orientata verso l’interattività, hanno tuttavia mostrato il possibile superamento della comunicazione finanziata (e pagata dai telespettatori-utenti) attraverso l’inserzione pubblicitaria in una comunicazione generalista: favorite dal satellite e dal cavo, che motivazioni tecnologiche configurano elettivamente come tecnologie diffusive di media a pagamento, sono apparsi e si diffondono mezzi di comunicazione sociale fruibili mediante a., caratterizzati in genere da un’offerta di informazione e comunicazione targettizzata, ossia definita e disegnata, in misura variabile, sulle preferenze e gli orientamenti dell’utente.
Tale tendenza, per il momento che caratterizza in misura nettamente prevalente il medium televisivo, sorge con la pay-Tv, che si configura in alcuni casi come televisione tematica e specializzata (offerta di film cinematografici, programmi culturali, cartoons, sport, musica e videoclip), in altri casi come Tv generalista ad alto grado di affezione degli abbonati, in quanto presentata come portatrice di una immagine e di uno stile di vita. Nel mercato, che già vede tali offerte, la ricerca di un adeguamento alle domande dell’utenza di una programmazione personalizzata e il progetto di un sempre maggior grado di interazione fra diffusore e fruitore della comunicazione mostrano sperimentazioni – via cavo e via satellite – di media televisivi in cui l’utente possa in qualche modo agire sul contenuto delle trasmissioni: selezionando la propria fruizione sulla base di un’offerta di programmi prestabilita (near video on demand) o, addirittura, ‘ritagliando’ un palinsesto secondo le proprie esigenze (Video on demand).
Il dato comune di tali nuove emergenze comunicative è dato dall’introduzione della nozione di servizio commerciale, applicato alla comunicazione, che comporta l’acquisizione di un ruolo attivo da parte del destinatario della comunicazione stessa nella determinazione del relativo contenuto e nella conseguente ‘contrattualizzazione’ del rapporto comunicativo, simboleggiata dalla remunerazione del servizio attraverso pagamento del canone di a., che riduce considerevolmente, e in molti casi addirittura esclude, l’incidenza della comunicazione pubblicitaria nel finanziamento dei mezzi di comunicazione e nell’esplicazione concreta del rapporto di comunicazione.

G. Votano

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Note

Come citare questa voce
Votano Giulio , Abbonamento, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (03/12/2024).
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