Cineclub
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Autore: Carlo Tagliabue
Fondati negli anni Venti, in Francia, a opera di Louis Delluc, i ciné-club questo era il loro nome in origine costituiscono un luogo di incontro e di dibattito culturale per i cineasti dell’Avanguardia. Da occasione di confronto e di discussione tra i primi teorici e intellettuali del cinema (Ricciotto Canudo, Germaine Dulac, Jean Epstein, Marcel L’Herbier), i c. si trasformano, ben presto, in circoli dove gli spettatori più sensibili e attenti alla nuova arte che è il cinema si riuniscono per vedere e dibattere attorno a film sperimentali e non commerciali, che vengono proiettati in sale strettamente private. Alla morte di Delluc (1924), Germaine Dulac, la sua erede ideale, continua tale lavoro di sensibilizzazione del pubblico, divenendo presidente della Federazione dei c. francesi. Successivamente si cerca di raggiungere un pubblico più vasto. Sorgono così, sempre in Francia, delle sale pubbliche denominate Cinematografi d’avanguardia, dove si cerca di diffondere la cultura cinematografica attraverso la proiezione di film d’autore che non hanno una distribuzione commerciale.
Sull’esempio di questa esperienza, anche in altri Paesi sorgono degli organismi analoghi, che praticano la stessa attività dei c. francesi: i Filmfreunde in Germania, la Film Society in Gran Bretagna, la Film Art Guild negli Stati Uniti, i Film-Club in Belgio, la Film Lige in Olanda, i Cine-Guf in Italia durante il periodo fascista (Guf = Gruppi Universitari Fascisti).
Nel dopoguerra, l’esperienza dei c. continua, sviluppandosi in maniera consistente, fino a raggiungere la sua massima diffusione negli anni Sessanta e Settanta.
Merito fondamentale di questi organismi è stato quello di aver diffuso presso il pubblico la conoscenza del cinema culturale e d’autore, normalmente escluso dal circuito distributivo delle sale commerciali. C’è da sottolineare, poi, che tale impegno culturale ha prodotto esiti positivi anche per quanto riguarda il mercato. Grazie anche a un certo successo di pubblico e di critica ottenuto da alcuni film, la cui circolazione è stata limitata ai soli c., per molti autori si sono aperte le strade del grande mercato cinematografico.
I c. si sono conquistati una fetta di pubblico sostanzialmente stabile e ben definita. La loro attività, spesso assimilata sotto l’etichetta più generale di cinema d’essay, viene oggi continuata nella forma del cineforum promosso dalle sale delle comunità e dai circoli delle associazioni di cultura cinematografica (Cinecircoli).
Sull’esempio di questa esperienza, anche in altri Paesi sorgono degli organismi analoghi, che praticano la stessa attività dei c. francesi: i Filmfreunde in Germania, la Film Society in Gran Bretagna, la Film Art Guild negli Stati Uniti, i Film-Club in Belgio, la Film Lige in Olanda, i Cine-Guf in Italia durante il periodo fascista (Guf = Gruppi Universitari Fascisti).
Nel dopoguerra, l’esperienza dei c. continua, sviluppandosi in maniera consistente, fino a raggiungere la sua massima diffusione negli anni Sessanta e Settanta.
Merito fondamentale di questi organismi è stato quello di aver diffuso presso il pubblico la conoscenza del cinema culturale e d’autore, normalmente escluso dal circuito distributivo delle sale commerciali. C’è da sottolineare, poi, che tale impegno culturale ha prodotto esiti positivi anche per quanto riguarda il mercato. Grazie anche a un certo successo di pubblico e di critica ottenuto da alcuni film, la cui circolazione è stata limitata ai soli c., per molti autori si sono aperte le strade del grande mercato cinematografico.
I c. si sono conquistati una fetta di pubblico sostanzialmente stabile e ben definita. La loro attività, spesso assimilata sotto l’etichetta più generale di cinema d’essay, viene oggi continuata nella forma del cineforum promosso dalle sale delle comunità e dai circoli delle associazioni di cultura cinematografica (Cinecircoli).
C. Tagliabue
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Come citare questa voce
Tagliabue Carlo , Cineclub, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (21/11/2024).
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