Edutainment
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Autore: Carlo Gagliardi
Termine inglese, originario degli Stati Uniti (anni Ottanta) e derivante dalla fusione tra education (educazione) e entertainment (intrattenimento, divertimento), che designa un particolare genere di programma o prodotto televisivo capace di coniugare finalità didattico-educative e modalità d’uso ludiche e ricreative. Queste istanze possono trovare realizzazione sia in trasmissioni sia nell’editoria elettronica multimediale (per es. CD-Rom, videogame educativi, ecc.).
Il genere e. figura tra quelle commistioni o, secondo alcuni, ‘contaminazioni’ di generi tradizionali come l’infotainment, il talk show, il reality-show, la fiction, il docudrama che caratterizzano la televisione dei contenitori e la neotelevisione nel processo conseguente al superamento delle originarie formule di programmazione e alla loro metamorfosi nel tempo. D’altronde lo stesso medium televisivo è nato, come accaduto in tutta la storia delle comunicazioni, dalla novazione dei media preesistenti, di cui ha assorbito linguaggi, generi e contenuti per poi aggiornarli e dar vita a nuovi modelli espressivi che, in parte, si sono imposti come ‘originali’.
Una volta inaugurata, la televisione ha subito avvertito il bisogno di fissare una ‘distinzione di generi’ nell’ambito della triplice funzione: ‘informare’, ‘educare’, ‘divertire’. Era il tempo dei servizi pubblici operanti in regime di monopolio (BBC,Rai, NHK, ecc.). Diverso l’approccio da parte del sistema americano a base commerciale che, pur non rinunciando a una mappatura dei contenuti, non ne è stato condizionato in quanto sorretto da finalità strettamente economiche anziché politiche. Il sistema commerciale, articolato intorno alla promozione pubblicitaria, determina infatti spazi e tempi dei network organizzando i ritmi della programmazione e, spesso, proponendo nuovi modelli comunicativi (esempio tipico la soap opera). Forme di produzione, offerta e consumo contraddistinguono i due sistemi di televisione attraverso una differente ‘tassonomia’ espressiva. L’affermarsi dei sistemi misti pubblico-privati, con offerte sempre più concorrenziali, ha in seguito alimentato i processi di combinazione e innovazione di generi, riuscendo a rompere definitivamente anche le demarcazioni tra ‘funzioni’. L’e., mix tra ‘educare’ e ‘divertire’, ne è un chiaro esempio. Una parte decisiva, in tale dinamica, è pure svolta dai ‘telespettatori’, i quali secondo Bettetini "producono propri testi" che si sovrappongono a quelli in palinsesto mediante la "fruizione frammentata e trasversale indotta dallo zapping tra i diversi canali".
Nuove tecnologie, convergenze multimediali fra Tv, informatica e telecomunicazioni, web-television e Internet hanno più di recente accentuato il superamento delle classificazioni schematiche dei generi. In proposito si sottolinea l’incidenza della ipertestualità che, rendendo il fruitore soggetto attivo della comunicazione, aumenta le potenzialità destrutturanti e ristrutturanti nei confronti dei messaggi. Naturale è la conseguente osmosi tra monitor e video, nel supermedium che li integra. La produzione della neotelevisione ne risente in modo determinante adattandosi alla dinamica dei gusti e alla ‘personalizzazione’ dei generi.
Il genere e. figura tra quelle commistioni o, secondo alcuni, ‘contaminazioni’ di generi tradizionali come l’infotainment, il talk show, il reality-show, la fiction, il docudrama che caratterizzano la televisione dei contenitori e la neotelevisione nel processo conseguente al superamento delle originarie formule di programmazione e alla loro metamorfosi nel tempo. D’altronde lo stesso medium televisivo è nato, come accaduto in tutta la storia delle comunicazioni, dalla novazione dei media preesistenti, di cui ha assorbito linguaggi, generi e contenuti per poi aggiornarli e dar vita a nuovi modelli espressivi che, in parte, si sono imposti come ‘originali’.
Una volta inaugurata, la televisione ha subito avvertito il bisogno di fissare una ‘distinzione di generi’ nell’ambito della triplice funzione: ‘informare’, ‘educare’, ‘divertire’. Era il tempo dei servizi pubblici operanti in regime di monopolio (BBC,Rai, NHK, ecc.). Diverso l’approccio da parte del sistema americano a base commerciale che, pur non rinunciando a una mappatura dei contenuti, non ne è stato condizionato in quanto sorretto da finalità strettamente economiche anziché politiche. Il sistema commerciale, articolato intorno alla promozione pubblicitaria, determina infatti spazi e tempi dei network organizzando i ritmi della programmazione e, spesso, proponendo nuovi modelli comunicativi (esempio tipico la soap opera). Forme di produzione, offerta e consumo contraddistinguono i due sistemi di televisione attraverso una differente ‘tassonomia’ espressiva. L’affermarsi dei sistemi misti pubblico-privati, con offerte sempre più concorrenziali, ha in seguito alimentato i processi di combinazione e innovazione di generi, riuscendo a rompere definitivamente anche le demarcazioni tra ‘funzioni’. L’e., mix tra ‘educare’ e ‘divertire’, ne è un chiaro esempio. Una parte decisiva, in tale dinamica, è pure svolta dai ‘telespettatori’, i quali secondo Bettetini "producono propri testi" che si sovrappongono a quelli in palinsesto mediante la "fruizione frammentata e trasversale indotta dallo zapping tra i diversi canali".
Nuove tecnologie, convergenze multimediali fra Tv, informatica e telecomunicazioni, web-television e Internet hanno più di recente accentuato il superamento delle classificazioni schematiche dei generi. In proposito si sottolinea l’incidenza della ipertestualità che, rendendo il fruitore soggetto attivo della comunicazione, aumenta le potenzialità destrutturanti e ristrutturanti nei confronti dei messaggi. Naturale è la conseguente osmosi tra monitor e video, nel supermedium che li integra. La produzione della neotelevisione ne risente in modo determinante adattandosi alla dinamica dei gusti e alla ‘personalizzazione’ dei generi.
C. Gagliardi
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Note
Come citare questa voce
Gagliardi Carlo , Edutainment, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (22/12/2024).
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