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Autore: Mario Molinari
Termine usato in diversi ambiti (arredamento, architettura, impiantistica, grafica,pubblicità...) con significato che, a seconda del contesto, può voler dire: distribuzione dei vani, ripartizione dei mobili, piantina, schema di lavoro, progetto, schema di impaginazione, ecc.
Appunto perché il termine è generico, nel campo grafico si usa invece preferibilmente il vocabolo più specifico di bozzetto.
Per meglio inquadrare il significato di questo vocabolo è opportuno elencare i termini più comuni usati nell’ambito della progettazione grafica; essi sono: schizzo, modellino o menabò, bozzetto o l. Ciascuno di questi termini connota un diverso oggetto e una differente fase nel ciclo progettuale.
Schizzo: con questo termine si indica una traccia o un abbozzo sommario, un disegno approssimativo e spontaneo degli elementi che compongono lo stampato. È l’idea che il grafico creativo abbozza come appunto personale (detto rough) per giungere progressivamente alla proposta grafica definitiva. Per definire questa vengono elaborati più schizzi, in modo da fissare sulla carta più idee interpretative dello stesso messaggio, frutto della fantasia, dell’esperienza e delle finalità indicate dal committente. Gli schizzi posti a confronto determinano possibili integrazioni, miglioramenti, tarature, che condurranno a una scelta che porterà al modellino o al bozzetto. Gli schizzi sono normalmente a uso esclusivo del grafico, non vengono cioè discussi con il committente.
Modellino o menabò: è la elaborazione di una proposta grafica estesa a più pagine, che presenta integralmente le caratteristiche costruttive ed estetiche del futuro stampato. È usato soprattutto per progetti di lavori particolarmente articolati e complessi, perché costituiti da più pagine, con situazioni grafiche diverse (periodici, cataloghi, libri con impaginazioni complesse...).
Bozzetto o l.: è il facsimile dello stampato che viene realizzato dal grafico allo scopo di sottoporlo al committente, per averne l’approvazione o eventuali suggerimenti migliorativi di tipo interpretativo, in modo da renderlo più efficace e convincente agli effetti del messaggio da trasmettere ai destinatari. Un tempo il bozzetto veniva eseguito con tecniche grafiche manuali; attualmente viene realizzato con il computer, utilizzando gli stessi software che vengono usati per eseguire poi realmente le operazioni di prestampa. In questo modo si hanno quattro vantaggi:
a) una maggior qualità e precisione;
b) una maggior velocità produttiva;
c) maggior flessibilità e velocità nel proporre delle varianti grafiche da sottoporre al cliente;
d) il lavoro eseguito in fase progettuale non va sprecato, ma viene sfruttato in fase esecutiva.
Prima di passare alla fase esecutiva delle operazioni di prestampa (composizione, scansione e dimensionamento delle immagini, impaginazione, ecc.) è necessario eseguire il bozzetto o l., e ciò soprattutto per due motivi:
a) sottoporre al committente un facsimile che preveda tutte o la maggior parte delle situazioni grafiche del futuro stampato, in modo da ottenerne un’approvazione impegnativa, che eviti successivi costosi rifacimenti e correzioni; in questa fase infatti il cliente ha tutto il tempo e l’opportunità di richiedere modifiche, correzioni, prove alternative, evitando così successive modifiche, che condurrebbero ad antipatiche discussioni per l’inevitabile gonfiarsi delle spese di prestampa rispetto a quelle preventivate;
b) fornire alla fase tecnica (quando questa è operata da una persona diversa dal grafico progettista) un modello che dia sicurezza e autonomia esecutiva.
Quando si tratta di progettare un libro di solo testo, quindi di impaginazione semplice, sovente è sufficiente studiare e proporre al giudizio del cliente un bozzetto costituito solo dalla ‘gabbia’ delle due pagine frontali e dei cosiddetti ‘principi del libro’, ossia delle pagine iniziali: occhiello, frontespizio, retrofrontespizio, dedica...
Per quanto si riferisce alle scelte grafiche che portano alla esecuzione del bozzetto o l., si rimanda a impaginazione.
Appunto perché il termine è generico, nel campo grafico si usa invece preferibilmente il vocabolo più specifico di bozzetto.
Per meglio inquadrare il significato di questo vocabolo è opportuno elencare i termini più comuni usati nell’ambito della progettazione grafica; essi sono: schizzo, modellino o menabò, bozzetto o l. Ciascuno di questi termini connota un diverso oggetto e una differente fase nel ciclo progettuale.
Schizzo: con questo termine si indica una traccia o un abbozzo sommario, un disegno approssimativo e spontaneo degli elementi che compongono lo stampato. È l’idea che il grafico creativo abbozza come appunto personale (detto rough) per giungere progressivamente alla proposta grafica definitiva. Per definire questa vengono elaborati più schizzi, in modo da fissare sulla carta più idee interpretative dello stesso messaggio, frutto della fantasia, dell’esperienza e delle finalità indicate dal committente. Gli schizzi posti a confronto determinano possibili integrazioni, miglioramenti, tarature, che condurranno a una scelta che porterà al modellino o al bozzetto. Gli schizzi sono normalmente a uso esclusivo del grafico, non vengono cioè discussi con il committente.
Modellino o menabò: è la elaborazione di una proposta grafica estesa a più pagine, che presenta integralmente le caratteristiche costruttive ed estetiche del futuro stampato. È usato soprattutto per progetti di lavori particolarmente articolati e complessi, perché costituiti da più pagine, con situazioni grafiche diverse (periodici, cataloghi, libri con impaginazioni complesse...).
Bozzetto o l.: è il facsimile dello stampato che viene realizzato dal grafico allo scopo di sottoporlo al committente, per averne l’approvazione o eventuali suggerimenti migliorativi di tipo interpretativo, in modo da renderlo più efficace e convincente agli effetti del messaggio da trasmettere ai destinatari. Un tempo il bozzetto veniva eseguito con tecniche grafiche manuali; attualmente viene realizzato con il computer, utilizzando gli stessi software che vengono usati per eseguire poi realmente le operazioni di prestampa. In questo modo si hanno quattro vantaggi:
a) una maggior qualità e precisione;
b) una maggior velocità produttiva;
c) maggior flessibilità e velocità nel proporre delle varianti grafiche da sottoporre al cliente;
d) il lavoro eseguito in fase progettuale non va sprecato, ma viene sfruttato in fase esecutiva.
Prima di passare alla fase esecutiva delle operazioni di prestampa (composizione, scansione e dimensionamento delle immagini, impaginazione, ecc.) è necessario eseguire il bozzetto o l., e ciò soprattutto per due motivi:
a) sottoporre al committente un facsimile che preveda tutte o la maggior parte delle situazioni grafiche del futuro stampato, in modo da ottenerne un’approvazione impegnativa, che eviti successivi costosi rifacimenti e correzioni; in questa fase infatti il cliente ha tutto il tempo e l’opportunità di richiedere modifiche, correzioni, prove alternative, evitando così successive modifiche, che condurrebbero ad antipatiche discussioni per l’inevitabile gonfiarsi delle spese di prestampa rispetto a quelle preventivate;
b) fornire alla fase tecnica (quando questa è operata da una persona diversa dal grafico progettista) un modello che dia sicurezza e autonomia esecutiva.
Quando si tratta di progettare un libro di solo testo, quindi di impaginazione semplice, sovente è sufficiente studiare e proporre al giudizio del cliente un bozzetto costituito solo dalla ‘gabbia’ delle due pagine frontali e dei cosiddetti ‘principi del libro’, ossia delle pagine iniziali: occhiello, frontespizio, retrofrontespizio, dedica...
Per quanto si riferisce alle scelte grafiche che portano alla esecuzione del bozzetto o l., si rimanda a impaginazione.
M. Molinari
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Molinari Mario , Layout, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (05/11/2024).
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