HDTV (High Definition Television)
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- Voci correlate
Autori: Franco Lever, Leandro Castellani
Dal punto di vista tecnico con l’espressione ‘televisione ad alta definizione’ si indica un nuovo tipo di televisione di livello qualitativo assai superiore al normale: in particolare lo schermo è più ampio (il rapporto altezza-larghezza diventa 16:9 invece che 4:3), adatto anche alla ricezione dei film ‘panoramici’; l’immagine è assai più definita (ad es., sia nel sistema NTSC sia in quello PAL raddoppiano le righe); la qualità dell’audio migliora notevolmente.
Dal punto di vista della politica economica mondiale il nome ricorda uno scontro durissimo avvenuto tra Giappone, Europa e USA a partire dagli anni Ottanta. In quegli anni, con il pieno appoggio del MITI, Ministry of International Trade and Industry (il ministero giapponese del Commercio Internazionale e dell’Industria), la fortissima industria giapponese avviò un progetto strategico per dominare il mercato mondiale della televisione, mettendo a frutto gli studi e le sperimentazioni compiuti dall’emittente nazionale NHK (Nippon Ho¯so¯ Kyo¯kai), che negli anni precedenti avevano già messo a punto lo standard denominato MUSE (Multiple Sub-Nyqyist Encoding). La NHK cominciò le trasmissioni nel nuovo standard nel 1979 e ne fece in collaborazione con la Sony un lancio mondiale in occasione delle Olimpiadi di Seul del 1988.
In un primo momento gli Usa sembrarono disposti ad accogliere il nuovo standard. L’atteggiamento però cambiò quando divenne evidente l’aggressività giapponese: un dato allarmante fu fornito all’inizio degli anni Novanta dall’International Trade Administration che pubblicò un rapporto da cui risultava che nel settore televisivo i brevetti in mano ai giapponesi erano già il doppio rispetto a quelli posseduti dagli USA. La mossa decisiva nello scontro fu l’intervento della FCC (1993) che optò per uno standard totalmente digitale, raccomandando nello stesso tempo alle industrie statunitensi di dare vita a una ‘grande alleanza’. Nel 1996 era già messo a punto il nuovo standard, il Vestigal Sideband HDTV. Nell’adottarlo per gli USA la FCC faceva queste previsioni: nell’anno 1998 iniziava la commercializzazione dei nuovi prodotti; nel 2006 il vecchio NTSC andava fuori produzione. Non furono previsioni fortunate.
Dal canto suo anche l’Europa preoccupata dello strapotere nipponico, ma anche della concorrenza USA si era impegnata in un progetto comunitario denominato Eureka (1988). Le ricerche svilupparono lo standard denominato MAC (Multiplex Analog Component): conservava il segnale analogico, prevedeva la compatibilità con i sistemi precedenti Pal e Secam, integrava lo standard di trasmissione televisiva da satelliti DBS. In Italia su iniziativa della Rai venne fatta una prima dimostrazione pubblica del nuovo standard durante i campionati mondiali di calcio a Roma nel 1990. La stessa Rai avviò delle produzioni sperimentali di cinema elettronico. Il 1995 doveva essere l’anno del lancio della Tv europea ad alta definizione.
I progetti vennero però smentiti dall’evoluzione dei fatti. Nel 1993 l’Europa abbandona il progetto Eureka e due delle massime industrie la Philips e la Thompson entrano nella grande alleanza dei colossi elettronici USA; nel 1994 lo stesso governo giapponese annuncia l’adesione al progetto americano per uno standard televisivo digitale.
Oggi solo in Giappone l’HDTV è attiva con circa 30 milioni di apparecchi in funzione.
In tutto il mondo i finanziamenti e la ricerca si sono spostati verso il settore dei computer e dei nuovi prodotti frutto della convergenza al digitale di ogni tecnologia. L’esplosione di Internet e della telefonia mobile (Cellulare) hanno messo in evidenza che la televisione è soltanto uno, e neppure il più importante, dei settori tecnologici decisivi per il controllo politico ed economico del globo.
Dal punto di vista della politica economica mondiale il nome ricorda uno scontro durissimo avvenuto tra Giappone, Europa e USA a partire dagli anni Ottanta. In quegli anni, con il pieno appoggio del MITI, Ministry of International Trade and Industry (il ministero giapponese del Commercio Internazionale e dell’Industria), la fortissima industria giapponese avviò un progetto strategico per dominare il mercato mondiale della televisione, mettendo a frutto gli studi e le sperimentazioni compiuti dall’emittente nazionale NHK (Nippon Ho¯so¯ Kyo¯kai), che negli anni precedenti avevano già messo a punto lo standard denominato MUSE (Multiple Sub-Nyqyist Encoding). La NHK cominciò le trasmissioni nel nuovo standard nel 1979 e ne fece in collaborazione con la Sony un lancio mondiale in occasione delle Olimpiadi di Seul del 1988.
In un primo momento gli Usa sembrarono disposti ad accogliere il nuovo standard. L’atteggiamento però cambiò quando divenne evidente l’aggressività giapponese: un dato allarmante fu fornito all’inizio degli anni Novanta dall’International Trade Administration che pubblicò un rapporto da cui risultava che nel settore televisivo i brevetti in mano ai giapponesi erano già il doppio rispetto a quelli posseduti dagli USA. La mossa decisiva nello scontro fu l’intervento della FCC (1993) che optò per uno standard totalmente digitale, raccomandando nello stesso tempo alle industrie statunitensi di dare vita a una ‘grande alleanza’. Nel 1996 era già messo a punto il nuovo standard, il Vestigal Sideband HDTV. Nell’adottarlo per gli USA la FCC faceva queste previsioni: nell’anno 1998 iniziava la commercializzazione dei nuovi prodotti; nel 2006 il vecchio NTSC andava fuori produzione. Non furono previsioni fortunate.
Dal canto suo anche l’Europa preoccupata dello strapotere nipponico, ma anche della concorrenza USA si era impegnata in un progetto comunitario denominato Eureka (1988). Le ricerche svilupparono lo standard denominato MAC (Multiplex Analog Component): conservava il segnale analogico, prevedeva la compatibilità con i sistemi precedenti Pal e Secam, integrava lo standard di trasmissione televisiva da satelliti DBS. In Italia su iniziativa della Rai venne fatta una prima dimostrazione pubblica del nuovo standard durante i campionati mondiali di calcio a Roma nel 1990. La stessa Rai avviò delle produzioni sperimentali di cinema elettronico. Il 1995 doveva essere l’anno del lancio della Tv europea ad alta definizione.
I progetti vennero però smentiti dall’evoluzione dei fatti. Nel 1993 l’Europa abbandona il progetto Eureka e due delle massime industrie la Philips e la Thompson entrano nella grande alleanza dei colossi elettronici USA; nel 1994 lo stesso governo giapponese annuncia l’adesione al progetto americano per uno standard televisivo digitale.
Oggi solo in Giappone l’HDTV è attiva con circa 30 milioni di apparecchi in funzione.
In tutto il mondo i finanziamenti e la ricerca si sono spostati verso il settore dei computer e dei nuovi prodotti frutto della convergenza al digitale di ogni tecnologia. L’esplosione di Internet e della telefonia mobile (Cellulare) hanno messo in evidenza che la televisione è soltanto uno, e neppure il più importante, dei settori tecnologici decisivi per il controllo politico ed economico del globo.
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Bibliografia
- COASSIN Gabriele, Video digitale. La ripresa, Apogeo, Milano 2007.
- CORAZZA Gian M. - ZENATTI Sergio, Dentro la televisione. Strumenti, tecniche e segreti della TV, Gremese, Roma 1999.
- PERSSON C., Guide to HDTV Systems, Howard W. Sams and Co., Indianapolis (IN) 1999.
- SILBERGLEID Michael - PESCATORE Mark J., The guide to digital television, Miller Freeman, San Francisco (CA) 1999.
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Come citare questa voce
Lever Franco , Castellani Leandro , HDTV (High Definition Television), in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (23/11/2024).
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