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Autori: Franco Lever, Giuseppe Fortunato
Complesso di locali con particolari attrezzature per riprese fotografiche, cinematografiche o televisive, sempre dotato di apparecchiature proporzionalmente complesse, a seconda dell’attività che vi si svolge.
Per l’allestimento di uno s. Tv si devono tener presenti diversi aspetti:
l’altezza del locale: è elemento critico, non solo perché deve essere tale da poter contenere le scenografie, che devono misurare non meno di tre metri di altezza per esigenza di inquadratura, ma ancor più per consentire una illuminazione corretta;
l’impianto delle luci, sospese al soffitto, a un’altezza di almeno sei, dieci metri;
l’impianto di ventilazione: deve essere efficiente e nello stesso tempo silenzioso; porte e finestre non possono rimanere aperte, i rumori esterni disturberebbero le ripresa;
il pavimento deve consentire il normale spostamento delle telecamere ed essere colorato con tinte che non causino variazioni cromatiche quando è illuminato dai proiettori.
Lo s. è collegato con la regia video da un sistema di cavi e da monitor che consentono alla regia di seguire l’andamento della ripresa, la situazione dello s., la disposizione e il movimento delle telecamere, la collocazione dei vari soggetti inquadrati e da inquadrare.
La scelta delle luci, il livello del suono e le inquadrature vengono decise dalla regia precedentemente all’inizio della ripresa, con l’ausilio dei tecnici delle luci e dell’audio e dei cameramen, per ottimizzare al massimo la qualità.
Le dimensioni dello s. possono mutare a seconda che venga utilizzato per programmi di varietà o per l’informazione giornalistica, cambiando opportunamente l’attrezzatura utile alla messa in onda. Di recente, per particolari trasmissioni di intrattenimento sono utilizzati s. cinematografici, riadattati, mentre per trasmissioni di informazione giornalistica si ricorre sempre più spesso ad ambienti della realtà quotidiana (fabbriche, stazioni ferroviarie, luoghi di ritrovo, ecc.), significativi per gli argomenti che vengono trattati.
Un fronte completamente nuovo e assai promettente è quello dello s. virtuale che consiste nell’usare la scenografia elaborata con un computer come fosse la scenografia reale entro cui si muovono presentatori e attori. In concreto l’azione dei personaggi avviene in uno s. del tutto tradizionale, se non fosse per l’illuminazione assolutamente diffusa (senza ombre), per l’assenza di scenografia (salvo pedane o scale, quando la sceneggiatura prevede che l’attore vi debba salire) e per le pareti e il pavimento dipinti di blu. Le telecamere, oltre a riprendere l’azione degli attori, comunicano a un potentissimo computer tutti i propri movimenti (spostamenti in avanti, indietro, a destra o a sinistra, zoom in /out, panoramiche ecc): il computer integra le riprese fatte e tutti i parametri dei movimenti delle telecamere in una nuova sequenza, dove al posto del colore blu si vede la scenografia precedentemente elaborata.
Nell’osservare il funzionamento di questo tipo di s. si resta impressionati dalla potenzialità dello ‘strumento’ e dal livello qualitativo a cui si è arrivati: ad esempio, la zoomata da un campo totale fino al dettaglio del volto dell’attore seduto (sembra) in mezzo a un giardino integra l’immagine della zoomata sull’attore seduto in mezzo allo s. e la parellela zoomata virtuale sul giardino che ‘esiste’ solo nella memoria del computer sotto forma di software. Evidentemente i costi di questi tipo di s. sono altissimi. Nonostante questo, ne è facilmente prevedibile la diffusione: è meno costoso fare una scenografia virtuale che reale; inoltre, con pochi tocchi su una tastiera e su un mouse, si è pronti per girare nello stesso s. un programma totalmente diverso; non occorrono più magazzini per conservare castelli o piazze, perché basta un hard disk.
Per l’allestimento di uno s. Tv si devono tener presenti diversi aspetti:
l’altezza del locale: è elemento critico, non solo perché deve essere tale da poter contenere le scenografie, che devono misurare non meno di tre metri di altezza per esigenza di inquadratura, ma ancor più per consentire una illuminazione corretta;
l’impianto delle luci, sospese al soffitto, a un’altezza di almeno sei, dieci metri;
l’impianto di ventilazione: deve essere efficiente e nello stesso tempo silenzioso; porte e finestre non possono rimanere aperte, i rumori esterni disturberebbero le ripresa;
il pavimento deve consentire il normale spostamento delle telecamere ed essere colorato con tinte che non causino variazioni cromatiche quando è illuminato dai proiettori.
Lo s. è collegato con la regia video da un sistema di cavi e da monitor che consentono alla regia di seguire l’andamento della ripresa, la situazione dello s., la disposizione e il movimento delle telecamere, la collocazione dei vari soggetti inquadrati e da inquadrare.
La scelta delle luci, il livello del suono e le inquadrature vengono decise dalla regia precedentemente all’inizio della ripresa, con l’ausilio dei tecnici delle luci e dell’audio e dei cameramen, per ottimizzare al massimo la qualità.
Le dimensioni dello s. possono mutare a seconda che venga utilizzato per programmi di varietà o per l’informazione giornalistica, cambiando opportunamente l’attrezzatura utile alla messa in onda. Di recente, per particolari trasmissioni di intrattenimento sono utilizzati s. cinematografici, riadattati, mentre per trasmissioni di informazione giornalistica si ricorre sempre più spesso ad ambienti della realtà quotidiana (fabbriche, stazioni ferroviarie, luoghi di ritrovo, ecc.), significativi per gli argomenti che vengono trattati.
Un fronte completamente nuovo e assai promettente è quello dello s. virtuale che consiste nell’usare la scenografia elaborata con un computer come fosse la scenografia reale entro cui si muovono presentatori e attori. In concreto l’azione dei personaggi avviene in uno s. del tutto tradizionale, se non fosse per l’illuminazione assolutamente diffusa (senza ombre), per l’assenza di scenografia (salvo pedane o scale, quando la sceneggiatura prevede che l’attore vi debba salire) e per le pareti e il pavimento dipinti di blu. Le telecamere, oltre a riprendere l’azione degli attori, comunicano a un potentissimo computer tutti i propri movimenti (spostamenti in avanti, indietro, a destra o a sinistra, zoom in /out, panoramiche ecc): il computer integra le riprese fatte e tutti i parametri dei movimenti delle telecamere in una nuova sequenza, dove al posto del colore blu si vede la scenografia precedentemente elaborata.
Nell’osservare il funzionamento di questo tipo di s. si resta impressionati dalla potenzialità dello ‘strumento’ e dal livello qualitativo a cui si è arrivati: ad esempio, la zoomata da un campo totale fino al dettaglio del volto dell’attore seduto (sembra) in mezzo a un giardino integra l’immagine della zoomata sull’attore seduto in mezzo allo s. e la parellela zoomata virtuale sul giardino che ‘esiste’ solo nella memoria del computer sotto forma di software. Evidentemente i costi di questi tipo di s. sono altissimi. Nonostante questo, ne è facilmente prevedibile la diffusione: è meno costoso fare una scenografia virtuale che reale; inoltre, con pochi tocchi su una tastiera e su un mouse, si è pronti per girare nello stesso s. un programma totalmente diverso; non occorrono più magazzini per conservare castelli o piazze, perché basta un hard disk.
G. Fortunato e F. Lever
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Come citare questa voce
Lever Franco , Fortunato Giuseppe , Studio, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (03/12/2024).
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