Peirce Charles S.
- Testo
- Bibliografia5
- Links3
- Voci correlate
Filosofo americano (insieme a C. Morris e W. James è tra i massimi esponenti del pragmatismo), nato a Cambridge, Massachusetts, nel 1839, Charles Sanders Peirce è noto soprattutto per la sua teoria dei segni che, ponendo le basi di una semiotica, gli ha consentito di sviluppare una più ampia interpretazione del comunicare. P. dall’Harvard University (1859), prosegue gli studi alla Lawrence Scientific School, laureandosi in chimica nel 1863. Lavora trent’anni come fisico per il Coast and Geodetic Survey. Di carattere difficile, mantiene stabilmente un solo posto accademico: il lettorato part-time in logica alla Hopkins University (1879-1884). Muore nel 1914 a Milford, Pennsylvania.
I suoi testi semiotici figurano tutti in Collected Papers of Charles Sanders Peirce: otto volumi, pubblicati dalla Harvard University Press, Cambridge (Ma) nel periodo 1931-1960: I, Principles of Philosophy; II, Elements of Logic; III, Exact Logic; IV, The Simplest Mathematics; V, Pragmatism and Pragmaticism; VI, Scientific Metaphisics; VII, Science and Philosophy; VIII, Reviews, Correspondence and Bibliography.
L’Indiana University Press – con il Peirce Edition Project – sta curando l’edizione critica e cronologica di tutti gli scritti del filosofo. Nel 1999 è uscito il sesto volume (dei trenta previsti), relativo al periodo 1886-1890 (Houser N. et al. (eds), Writings of Charles S. Peirce, Indiana University Press, Bloomington (IN) 1992).
In consonanza con Aristotele, di cui condivide il realismo, P. recupera il criticismo kantiano rifiutandone l’impostazione trascendentale e declinandolo sul piano logico. Dal punto di vista delle scienze della comunicazione, due sono le teorie di P. che hanno segnato la riflessione a lui posteriore: la definizione della struttura triadica del segno (segno, interpretante, oggetto) e del suo rapporto con gli oggetti (a questo proposito P. introduce le celebri categorie di icona, indice,simbolo).
La semiotica di P., anche grazie alla riflessione che Eco le ha dedicato all’inizio degli anni Settanta, ha meritato grande attenzione da parte della ricerca semiotica. In particolare è l’idea – tipica di P. – che il segno non rinvii a un significato, ma a un altro segno, ad aver alimentato un cospicuo e vivace dibattito nella comunità scientifica. Da una parte, infatti, il neopragmatismo (R. Rorty) e il decostruzionismo (Culler) vi hanno individuato il fondamento teorico del fatto che le interpretazioni di un testo siano infinite (semiosi illimitata); dall’altra, molti autori appartenenti alla corrente testualista (Bettetini) vi hanno invece ravvisato la premessa di un nominalismo iconico che, come quello di Roscellino nel Medioevo, disancorerebbe i segni dalle cose, rendendoli forme sterili.
Video
Bibliografia
- BONFANTINI Massimo A. - GRASSI Letizia - GRAZIA Roberto (edd.), Semiotica / Charles Sanders Peirce: testi scelti e introdotti, Einaudi, Torino 1980.
- BOSCO Nynfa, La filosofia pragmatica di Ch. S. Peirce, Edizioni di Filosofia, Torino 1959.
- EHRAT Johannes, Cinema and semiotic. Peirce and film aesthetics, narration, and representation, University of Toronto Press, Toronto/Buffalo/London 2005.
- FUMAGALLI Armando, Il reale nel linguaggio. Indicalità e realismo nella semiorica di Peirce, Vita e Pensiero, Milano 1995.
- PEIRCE Charles S., Peirce on signs: writings on semiotic, University of North Carolina Press, Chapel Hill (NC) 1991.
Documenti
Links
Note
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo