Lewin Kurt
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Autore: Carlo Gagliardi
Psicologo e sociologo, nato in Prussia nel 1890, si forma e poi insegna all’Università di Berlino fino al 1933 quando, a seguito dell’avvento del nazismo, emigra negli Stati Uniti assumendone la cittadinanza. Dopo due anni alla Cornell, passa alla State University di Iowa City come docente in psicologia sociale. Si distingue per l’ascendente esercitato nei confronti dei giovani laureati che amalgama in un gruppo aperto alla discussione e con i quali pianifica le ricerche, prodigo di consigli e sempre pronto allo scambio d’idee. In proposito ricorda Wilbur Schramm adotta uno strumento d’integrazione che aveva già introdotto a Berlino: il Quasselstrippe (letteralmente: ‘Squadra di divagazione), ribattezzato Hot Air Club (‘Club dell’aria calda’), che si riunisce il sabato e spesso va avanti per l’intera giornata. Nel 1944 lascia la Iowa University per il Massachusetts Institute of Technology dove pianifica un Centro per la dinamica di gruppo. Organizza quindi il National Training Laboratory di Bethel, Maine, e un Centro per le relazioni comunitarie, ma muore (1947) prima di vederli a regime. Certo è che molti tra i migliori psicologi sociali in attività negli Stati Uniti dagli anni Cinquanta ai Settanta erano stati addestrati o almeno fortemente influenzati da L.
Più d’ogni altro autore, L. inquadra il ‘gruppo umano’ nella teoria e ricerca sulla comunicazione. Allievo di Kölher a Berlino, applica la Gestalt allo studio delle relazioni sociali e generalizza nella sua field theory il concetto di ‘campo’ rifacendosi a Einstein che lo definiva "una totalità di fatti interdipendenti". Per capire il comportamento di un individuo bisogna conoscere l’intero campo in cui si manifesta, cioè quello ‘spazio vitale’ che include tutte le sue esperienze, ad esempio l’interazione tra persona e ambiente. Il gruppo o totalità sociale ha "proprietà speciali, distinte da quelle dei sottogruppi o degli individui che vi appartengono". Ogni rottura di equilibrio in seno al gruppo fa scattare una dinamica tendente a ristabilire un nuovo equilibrio.
Lo strumento esaltato da L. nella sperimentazione sulle relazioni di gruppo è piuttosto l’osservazione che la quantificazione. Tra i comportamenti studiati: l’effetto frustrazione nei bambini, che li rende meno abili nell’apprendimento e l’effetto leadership democratica vs. autoritaria, dove questa induce scontento, aggressività e perdita di originalità, mentre con la prima prevalgono cooperazione e spirito di gruppo. Più in generale è provato come i tentativi di ‘persuasione diretta’ siano meno efficaci, nel conseguire un risultato, rispetto alle ‘decisioni di gruppo’ in cui i membri impegnano se stessi a una linea di condotta. Stabilito il principio di una ‘ecologia psicologica’, L. mette in campo, per descrivere le reti di interrelazione, la figura dei gatekeeper (portieri, guardiani): individui o gruppi che controllano determinati canali di comunicazione. Di essi sono analizzati i comportamenti, a partire dalla struttura cognitiva e dalle motivazioni, e declinati valori, bisogni, ostacoli nel ricevere e/o trasmettere informazioni.
Opere di L.: A dynamic theory of personality, McGraw Hill, New York 1935; The conceptual representation and measurement of psychological forces (1938); I conflitti sociali, Franco Angeli, Milano 1972 (ed. orig. 1948); Teoria e sperimentazione in psicologia sociale, il Mulino, Bologna 1972 (ed. orig. 1951); Group decision and social change, in Newcomb T. M. - Hartley E. E. (eds.), Readings in social psychology, Holt, New York 1947.
Più d’ogni altro autore, L. inquadra il ‘gruppo umano’ nella teoria e ricerca sulla comunicazione. Allievo di Kölher a Berlino, applica la Gestalt allo studio delle relazioni sociali e generalizza nella sua field theory il concetto di ‘campo’ rifacendosi a Einstein che lo definiva "una totalità di fatti interdipendenti". Per capire il comportamento di un individuo bisogna conoscere l’intero campo in cui si manifesta, cioè quello ‘spazio vitale’ che include tutte le sue esperienze, ad esempio l’interazione tra persona e ambiente. Il gruppo o totalità sociale ha "proprietà speciali, distinte da quelle dei sottogruppi o degli individui che vi appartengono". Ogni rottura di equilibrio in seno al gruppo fa scattare una dinamica tendente a ristabilire un nuovo equilibrio.
Lo strumento esaltato da L. nella sperimentazione sulle relazioni di gruppo è piuttosto l’osservazione che la quantificazione. Tra i comportamenti studiati: l’effetto frustrazione nei bambini, che li rende meno abili nell’apprendimento e l’effetto leadership democratica vs. autoritaria, dove questa induce scontento, aggressività e perdita di originalità, mentre con la prima prevalgono cooperazione e spirito di gruppo. Più in generale è provato come i tentativi di ‘persuasione diretta’ siano meno efficaci, nel conseguire un risultato, rispetto alle ‘decisioni di gruppo’ in cui i membri impegnano se stessi a una linea di condotta. Stabilito il principio di una ‘ecologia psicologica’, L. mette in campo, per descrivere le reti di interrelazione, la figura dei gatekeeper (portieri, guardiani): individui o gruppi che controllano determinati canali di comunicazione. Di essi sono analizzati i comportamenti, a partire dalla struttura cognitiva e dalle motivazioni, e declinati valori, bisogni, ostacoli nel ricevere e/o trasmettere informazioni.
Opere di L.: A dynamic theory of personality, McGraw Hill, New York 1935; The conceptual representation and measurement of psychological forces (1938); I conflitti sociali, Franco Angeli, Milano 1972 (ed. orig. 1948); Teoria e sperimentazione in psicologia sociale, il Mulino, Bologna 1972 (ed. orig. 1951); Group decision and social change, in Newcomb T. M. - Hartley E. E. (eds.), Readings in social psychology, Holt, New York 1947.
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Bibliografia
- GAGLIARDI Carlo, Origini delle teorie sociali sulla comunicazione. Fondamenti, capisaldi classici, protagonisti, LAS, Roma 2014.
- MARROW Alfred J., Kurt Lewin. Fra teoria e pratica, La Nuova Italia, Firenze 1977.
- PETIT Francois, Introduction à la psychosociologie des organisations, Privat, Toulouse 1989.
- SCHELLENBERG J. A., Kurt Lewin and field theory in Id., Masters of social psychology, Oxford University Press, New York 1978.
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Note
Come citare questa voce
Gagliardi Carlo , Lewin Kurt, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (19/12/2024).
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