Francesco di Sales (San)
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Autore: Morand Wirth
1. Vita
Nato nel castello di Sales (Thorens, Savoia) nel 1567 morto a Lyon nel 1622, vescovo di Ginevra Annecy, scrittore.
Di famiglia nobile, ma attenta ai bisogni della gente, Francesco cresce in un tempo segnato dall’umanesimo e dalle lotte di religione. A undici anni, è mandato dal padre a studiare umanità e arti liberali a Parigi (1578-1588) e diritto a Padova (1588-1591), mentre il suo desiderio di "essere della chiesa" lo porta allo studio personale della teologia e della Bibbia (nella quale gusta specialmente il Cantico dei Cantici). Prete nel 1593, dietro richiesta del suo vescovo accetta l’anno dopo la difficile missione nello Chablais, regione vicina al lago Lemano, passata alla riforma protestante da sessant’anni. Con la discussione franca, il dialogo aperto e il rispetto per chi pensa diversamente, riesce a superare progressivamente l’ostilità e le diffidenze dei calvinisti e a creare simpatia. Dopo soli quattro anni lo Chablais torna alla fede cattolica.
Nel 1602 Francesco diventa vescovo di Ginevra, ma la sua residenza rimane ad Annecy. La cura amministrativa della diocesi non lo distoglie da impegni più specifici. Per rispondere alle sfide culturali del tempo, fonda nel 1606, insieme al suo amico Antoine Favre, l’Accademia Florimontana. Nel 1609 pubblica l’Introduction à la vie dévote (o Filotea) per le persone del mondo che vogliono condurre una vita spirituale. Nel 1610, inizia, insieme a Giovanna Francesca Frémyot, vedova del barone di Chantal, l’Ordine della Visitazione. Nel 1616 esce dalla sua penna il Traité de l’amour de Dieu (o Teotimo). Francesco muore a Lyon nel 1622 durante un viaggio.
2. Un uomo di comunicazione
Vissuto nel tempo dell’Umanesimo, alla cui diffusione contribuì non poco l’invenzione della stampa, Francesco utilizzò con successo i principali mezzi di comunicazione di cui disponeva. Durante la missione nello Chablais, per raggiungere le persone che non volevano o non osavano andare ad ascoltarlo, Francesco scrisse e fece stampare fogli volanti e affissi, che formeranno più tardi il libro delle Controverses. Scrisse numerose lettere (se ne conservano 2100, forse un decimo del totale), tra le quali emergono lettere di direzione che A. Ravier chiama piuttosto di amicizia spirituale. I suoi sermoni e prediche (si parla di 3000 o 4000) ebbero un gran successo, non solo per il loro contenuto di stampo prettamente evangelico, ma anche per la personalità del predicatore, il suo linguaggio senza artifici e ricco di immagini, e il suo modo di parlare (dava l’impressione di parlare direttamente a ciascuno). Come scrittore, va segnalato il grande successo editoriale delle due opere maggiori, soprattutto della Filotea, di cui sarebbero uscite durante la sua vita ben quaranta edizioni. Mentre la dottrina ivi esposta era per lo più classica e tradizionale, i lettori provavano la sensazione di trovarsi davanti a qualcosa di nuovo e di originale. Volendo proporre una spiritualità per tutti e non soltanto per le persone di clausura, l’autore scrive in modo da farsi capire da tutti, specie per l’uso delle immagini e i paragoni, e da rendere attraente e desiderabile ciò che di solito risulta difficile o noioso.
3. Patrono dei giornalisti
Dopo la sua morte, l’influsso di Francesco di Sales è stato duraturo, specialmente a causa della sua canonizzazione avvenuta nel 1665. Le sue opere, soprattutto la Filotea, furono tradotte in varie lingue e ristampate fino ai giorni nostri. Numerosi sono gli studi sulla sua vita, le sue opere e la sua spiritualità. Molte fondazioni e istituti adottarono il suo nome e attinsero al suo spirito. A Torino don Bosco creò nel 1844 l’Oratorio S. Francesco di Sales per i giovani e nel 1859 la Società di S. Francesco di Sales (Salesiani di don Bosco); sotto gli auspici del santo patrono svolse un’importante opera di pubblicazioni e di editoria, tra cui il mensile Bollettino salesiano. Nel 1877, San Francesco di Sales fu dichiarato dottore della Chiesa dal papa Pio IX. Per il terzo centenario della sua morte il 26 gennaio 1923, Pio XI pubblicò l’enciclica Rerum omnium, nella quale proclamava S. Francesco patrono celeste dei giornalisti e scrittori cattolici. Secondo Pio XI, egli aveva saputo congiungere il vigore della discussione con la misura e la carità. Il suo esempio doveva essere fonte di ispirazione per quattro motivi: conoscenza della dottrina cattolica, servizio della verità senza dissimulazioni, qualità professionali e spirito di carità. E nella lettera apostolica Sabaudiae gemma del 29 gennaio 1967 per il quarto centenario della nascita del santo, Paolo VI lo definisce "dottore originale e moderno", che ha saputo prevenire le deliberazioni del Concilio Vaticano II nel campo dell’ecclesiologia, dell’ecumenismo e specialmente della comunicazione sociale, essendosi distinto per ‘abbondanza di dottrina’, ‘chiarezza di pensiero’, ‘nativa grazia ed aurea eleganza’.
Bibliografia
- BALBONI Ruggero (ed.), Trattato dell’amor di Dio, Edizioni Paoline, Milano 1989.
- LAJEUNIE Étienne-Marie, Saint François de Sales. L’homme, la pensée, l’action, G. Victor, Paris 1966.
- PEDRINI Arnaldo, S. Francesco di Sales e Don Bosco, Istituto Pio XI, Roma 1986.
- PICCA Juan - STRUS Jozef (edd.), S. Francesco di Sales e i Salesiani di Don Bosco, LAS, Roma 1986.
- RAVIER André, Francesco di Sales, un dotto e un santo, Jaca Book, Milano 1987.
- STRUS Jozef (ed.), Introduzione alla vita devota, SEI, Torino 1994.
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Note
Come citare questa voce
Wirth Morand , Francesco di Sales (San), in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (07/12/2024).
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