Redazione
- Testo
- Bibliografia4
- Voci correlate
Autore: Antonio Preziosi
È la struttura tecnico-organizzativa in cui si svolge l’attività giornalistica di una testata. In senso più colloquiale è l’insieme dei giornalisti che lavorano per una testata. Si compone di capiredattori, capiservizio e redattori ordinari. Dal punto di vista organizzativo si divide in servizi. In ciascun giornale si possono distinguere una r. centrale, r. locali e mobili.
1) La r. centrale. È costituita da un unico ambiente in cui lavorano i redattori o da più stanze che ospitano le diverse aree tematiche di lavoro (servizi). Ciascun redattore è munito di telefono, fax, computer. Nella r. lavorano i giornalisti addetti alla cosiddetta ‘cucina’, cioè quelli che correggono, rielaborano, titolano e inviano le notizie alla composizione (o alla messa in onda). Tali notizie arrivano dall’esterno: agenzie, inviati, corrispondenti, ecc. (Fonti dell’informazione). In un futuro ormai attuale la r. sarà sempre di più dominata dal computer. Attraverso di esso il giornalista riceve le notizie, le elabora e le impagina. La macchina trasforma le mansioni del giornalista in quella di tecnico delle notizie, capace di individuarle rapidamente nella rete telematica e di rielaborarle. Ciò comporta altresì una trasformazione del concetto di r. che sarà sempre meno in grado di produrre in proprio l’informazione e dovrà affinare sempre di più le sue capacità di controllo e di coordinamento sulle notizie che arrivano dall’esterno. Un discorso a parte merita Internet il cui avvento sta veramente rivoluzionando il modo di lavorare delle r. e il concetto stesso di informazione giornalistica. Lo sviluppo della comunicazione elettronica offre al giornalista nuovi strumenti di lavoro e nuove possibilità di cercare documenti e informazioni da ordinare. Lo stesso giornale cambia e diventa quotidiano in rete. Cambia infine l’accesso alle fonti dell’informazione.
Oltre ai redattori di ‘cucina’, la r. comprende varie figure professionali, dotate di compiti di responsabilità. È il caso del caposervizio o del redattore capo.
2) I servizi. Sono le cosiddette ‘aree tematiche’ ovvero quelle parti della r. a cui viene affidato uno specifico settore del lavoro giornalistico (servizio). Ciascuna area tematica produce la pagina o le pagine che a essa vengono affidate. I principali servizi di una r. sono i seguenti:
cronaca;
interni: segue tutti i fatti che accadono a livello nazionale che non siano competenza della cronaca.
In particolare segue l’attività politico-istituzionale del Paese;
esteri: segue tutti i fatti, anche di cronaca, che avvengono fuori dai confini nazionali;
economico-sindacale: riguarda tutti gli avvenimenti del panorama economico nazionale e internazionale, con particolare riguardo alle politiche economiche, banche, borse, imprese e commercio. Grande spazio ottiene la tematica del mondo del lavoro e di tutte le problematiche sindacali;
cultura e spettacolo (Terza pagina);
costume e società: si occupa dei fatti legati alla evoluzione sociale (spesso è inglobato nel servizio di cultura e spettacolo);
questioni religiose: segue gli avvenimenti della Santa Sede (con i vaticanisti che seguono l’attività del Papa) e della Chiesa cattolica in Italia e nel mondo, segue altresì l’attività e le problematiche di tutte le altre confessioni religiose, i temi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso;
sport: copre tutti gli avvenimenti sportivi nazionali e all’estero.
Nei servizi rientrano, altresì, quelli che hanno compiti di coordinamento e le cosiddette ‘segreterie di r.’ (Segretaria/o di redazione).
3) Il redattore capo. È il giornalista che dirige e coordina l’attività dei vari servizi di una r. Fino a qualche anno fa il redattore capo era unico, lavorava nella r. centrale e svolgeva un indispensabile ruolo di collegamento tra la r. e il direttore. Oggi la r. tende a svilupparsi, ad articolarsi in più e svariati servizi, sviluppa la produzione di inserti e supplementi, si specializza con l’evolversi delle nuove tecnologie. Cambia anche l’organizzazione del lavoro che non è più di tipo verticistico, ma predilige il modello circolare, a cerchi concentrici, con la sfera più esterna fatta di redattori ordinari e via via capiservizi, capiredattori e direttore. In questo nuovo modello nasce la figura del redattore capo centrale che svolge un interessante ruolo di coordinamento complessivo. Al redattore capo si tende oggi ad attribuire la responsabilità di un servizio. La sua figura mantiene grande peso e responsabilità all’interno di un giornale. Tra le sue attitudini e qualità: capacità di scegliere ed elaborare giornalisticamente le notizie, autonomia operativa, intuito giornalistico, capacità organizzativa di uomini e mezzi, rapidità decisionale, progettualità e inventiva nella composizione delle pagine di sua competenza. Tra le sue mansioni principali, la partecipazione alle riunioni di redazione in cui si decide il contenuto dei giornali.
4) Gli altri tipi di r. Esistono altri tipi di r., a seconda della loro ubicazione e della loro funzione pratica.
a) La r. distaccata. Si trova in un luogo diverso dalla sede della testata. Garantisce maggiore vicinanza alle fonti della notizia e una diffusione più capillare del controllo giornalistico sul territorio. Prende il nome di r. locale quando appartiene a una testata nazionale e interregionale e ha il compito di seguire principalmente la cronaca del territorio di riferimento. C’è poi la r. regionale: copre tutta l’informazione che accade in una regione geografica del Paese e che non sia coperta da un inviato della r. centrale. Ha sede nei capoluoghi regionali, si avvale di uffici di corrispondenza nelle principali province. Offre servizi giornalistici alla propria testata di riferimento. Produce, talvolta, un proprio giornale regionale (ad esempio, in Italia, i notiziari regionali dell’Ansa, i telegiornali regionali del Tg3 della Rai). La r. distaccata è solitamente guidata da un redattore capo che lavora in stretto contatto con la r. centrale. Queste r. non sono solitamente divise in servizi (aree tematiche), ma sviluppano un’attività generalista che richiede a tutti i redattori di occuparsi di tutto.
b) La r. mobile. Si usa questa espressione per descrivere un gruppo di redattori inviati in un determinato posto, allo scopo di seguire un avvenimento particolare. Dotata di autonomia produttiva e organizzativa, è munita di tutti i supporti tecnico-organizzatìvi tipici delle r. centrali (computer, trasmettitori, apparecchiature tecniche, personale organizzativo e specializzato). Un esempio classico è costituito dagli automezzi attrezzati della televisione che si recano a seguire i grandi fatti di cronaca (es. alluvioni, terremoti, ecc.), avvenimenti della politica ( Convention di partito), eventi sportivi (un giro ciclistico). La sua attività è solitamente limitata nel tempo poiché cessa al cessare dell’avvenimento seguito. (Stampa. B. Stampa e comunicazione)
1) La r. centrale. È costituita da un unico ambiente in cui lavorano i redattori o da più stanze che ospitano le diverse aree tematiche di lavoro (servizi). Ciascun redattore è munito di telefono, fax, computer. Nella r. lavorano i giornalisti addetti alla cosiddetta ‘cucina’, cioè quelli che correggono, rielaborano, titolano e inviano le notizie alla composizione (o alla messa in onda). Tali notizie arrivano dall’esterno: agenzie, inviati, corrispondenti, ecc. (Fonti dell’informazione). In un futuro ormai attuale la r. sarà sempre di più dominata dal computer. Attraverso di esso il giornalista riceve le notizie, le elabora e le impagina. La macchina trasforma le mansioni del giornalista in quella di tecnico delle notizie, capace di individuarle rapidamente nella rete telematica e di rielaborarle. Ciò comporta altresì una trasformazione del concetto di r. che sarà sempre meno in grado di produrre in proprio l’informazione e dovrà affinare sempre di più le sue capacità di controllo e di coordinamento sulle notizie che arrivano dall’esterno. Un discorso a parte merita Internet il cui avvento sta veramente rivoluzionando il modo di lavorare delle r. e il concetto stesso di informazione giornalistica. Lo sviluppo della comunicazione elettronica offre al giornalista nuovi strumenti di lavoro e nuove possibilità di cercare documenti e informazioni da ordinare. Lo stesso giornale cambia e diventa quotidiano in rete. Cambia infine l’accesso alle fonti dell’informazione.
Oltre ai redattori di ‘cucina’, la r. comprende varie figure professionali, dotate di compiti di responsabilità. È il caso del caposervizio o del redattore capo.
2) I servizi. Sono le cosiddette ‘aree tematiche’ ovvero quelle parti della r. a cui viene affidato uno specifico settore del lavoro giornalistico (servizio). Ciascuna area tematica produce la pagina o le pagine che a essa vengono affidate. I principali servizi di una r. sono i seguenti:
cronaca;
interni: segue tutti i fatti che accadono a livello nazionale che non siano competenza della cronaca.
In particolare segue l’attività politico-istituzionale del Paese;
esteri: segue tutti i fatti, anche di cronaca, che avvengono fuori dai confini nazionali;
economico-sindacale: riguarda tutti gli avvenimenti del panorama economico nazionale e internazionale, con particolare riguardo alle politiche economiche, banche, borse, imprese e commercio. Grande spazio ottiene la tematica del mondo del lavoro e di tutte le problematiche sindacali;
cultura e spettacolo (Terza pagina);
costume e società: si occupa dei fatti legati alla evoluzione sociale (spesso è inglobato nel servizio di cultura e spettacolo);
questioni religiose: segue gli avvenimenti della Santa Sede (con i vaticanisti che seguono l’attività del Papa) e della Chiesa cattolica in Italia e nel mondo, segue altresì l’attività e le problematiche di tutte le altre confessioni religiose, i temi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso;
sport: copre tutti gli avvenimenti sportivi nazionali e all’estero.
Nei servizi rientrano, altresì, quelli che hanno compiti di coordinamento e le cosiddette ‘segreterie di r.’ (Segretaria/o di redazione).
3) Il redattore capo. È il giornalista che dirige e coordina l’attività dei vari servizi di una r. Fino a qualche anno fa il redattore capo era unico, lavorava nella r. centrale e svolgeva un indispensabile ruolo di collegamento tra la r. e il direttore. Oggi la r. tende a svilupparsi, ad articolarsi in più e svariati servizi, sviluppa la produzione di inserti e supplementi, si specializza con l’evolversi delle nuove tecnologie. Cambia anche l’organizzazione del lavoro che non è più di tipo verticistico, ma predilige il modello circolare, a cerchi concentrici, con la sfera più esterna fatta di redattori ordinari e via via capiservizi, capiredattori e direttore. In questo nuovo modello nasce la figura del redattore capo centrale che svolge un interessante ruolo di coordinamento complessivo. Al redattore capo si tende oggi ad attribuire la responsabilità di un servizio. La sua figura mantiene grande peso e responsabilità all’interno di un giornale. Tra le sue attitudini e qualità: capacità di scegliere ed elaborare giornalisticamente le notizie, autonomia operativa, intuito giornalistico, capacità organizzativa di uomini e mezzi, rapidità decisionale, progettualità e inventiva nella composizione delle pagine di sua competenza. Tra le sue mansioni principali, la partecipazione alle riunioni di redazione in cui si decide il contenuto dei giornali.
4) Gli altri tipi di r. Esistono altri tipi di r., a seconda della loro ubicazione e della loro funzione pratica.
a) La r. distaccata. Si trova in un luogo diverso dalla sede della testata. Garantisce maggiore vicinanza alle fonti della notizia e una diffusione più capillare del controllo giornalistico sul territorio. Prende il nome di r. locale quando appartiene a una testata nazionale e interregionale e ha il compito di seguire principalmente la cronaca del territorio di riferimento. C’è poi la r. regionale: copre tutta l’informazione che accade in una regione geografica del Paese e che non sia coperta da un inviato della r. centrale. Ha sede nei capoluoghi regionali, si avvale di uffici di corrispondenza nelle principali province. Offre servizi giornalistici alla propria testata di riferimento. Produce, talvolta, un proprio giornale regionale (ad esempio, in Italia, i notiziari regionali dell’Ansa, i telegiornali regionali del Tg3 della Rai). La r. distaccata è solitamente guidata da un redattore capo che lavora in stretto contatto con la r. centrale. Queste r. non sono solitamente divise in servizi (aree tematiche), ma sviluppano un’attività generalista che richiede a tutti i redattori di occuparsi di tutto.
b) La r. mobile. Si usa questa espressione per descrivere un gruppo di redattori inviati in un determinato posto, allo scopo di seguire un avvenimento particolare. Dotata di autonomia produttiva e organizzativa, è munita di tutti i supporti tecnico-organizzatìvi tipici delle r. centrali (computer, trasmettitori, apparecchiature tecniche, personale organizzativo e specializzato). Un esempio classico è costituito dagli automezzi attrezzati della televisione che si recano a seguire i grandi fatti di cronaca (es. alluvioni, terremoti, ecc.), avvenimenti della politica ( Convention di partito), eventi sportivi (un giro ciclistico). La sua attività è solitamente limitata nel tempo poiché cessa al cessare dell’avvenimento seguito. (Stampa. B. Stampa e comunicazione)
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Bibliografia
- LENZI Mario, Il giornale, Ed. Riuniti, Roma 1991.
- LEPRI Sergio, Professione giornalista, Etas Libri, Milano 2005 (3.a ed. ampliata).
- MURIALDI Paolo, Il giornale, Il Mulino, Bologna 1998.
- PAPUZZI Alberto, Professione giornalista. Le tecniche, i media, le regole, Donzelli, Roma 2010 (5.a ed) Disponibile come e-book.
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Come citare questa voce
Preziosi Antonio , Redazione, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (18/12/2024).
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