Intervista giornalistica
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Autore: Antonio Preziosi
Dialogo tra un giornalista e un’altra persona che risponde alle sue domande. Il giornalista ricorre all’intervista per acquisire la testimonianza di chi ha assistito a un fatto; il parere di un esperto su un episodio di attualità; il pensiero di una personalità della politica, dell’economia, dell’arte, dello spettacolo e dello sport; l’opinione della gente comune su un argomento di discussione.
All’intervista vera e propria, segue la fase della trascrizione (per i giornali) o del montaggio (per la radio-televisione). Il giornalista deve conservare la fedeltà al senso delle risposte rese dall’intervistato e rispettare la scansione domanda-risposta.
L’intervista ha sempre una ambientazione. L’intervistatore deve riferire il posto, il tempo e il contesto nel quale un’intervista è stata realizzata e ciò non solo per motivi di colore, ma per facilitare la comprensione dell’avvenimento nella sua interezza. La descrizione di un ambiente, l’ascolto di effetti sonori nell’intervista radiofonica o la visione delle immagini in quella televisiva, completano il messaggio informativo (ad es. diversa può essere l’intervista concessa dal presidente del Consiglio nel suo studio di palazzo Chigi, da quella raccolta per strada mentre si trova in vacanza; di grande spessore informativo è l’intervista a un soldato raccolta sul fronte, rispetto a quella realizzata in caserma; nel dibattito politico è importante spiegare ai lettori se l’intervistato conosceva o non conosceva le dichiarazioni di altri personaggi quando una intervista è stata realizzata; e così via).
Nella fase della trascrizione o del montaggio sono possibili episodi di vera e propria manipolazione del pensiero ai danni dell’intervistato. Ciò è tecnicamente possibile nell’intervista radio-televisiva attraverso il taglio sapiente di parole o pezzi di discorso, oppure con l’interpolazione di domande suggestive o inesistenti nella conversazione originaria. Nella carta stampata le mistificazioni sono possibili attraverso una scorretta trascrizione delle parole dell’intervistato o la decontestualizzazione di frasi da lui effettivamente pronunciate. (È in ogni caso una buona regola, anche se l’intervista non è destinata alla riproduzione radio-televisiva, registrare il colloquio per mettersi al riparo da una rettifica o da una smentita dell’intervistato).
1. Tecnica dell’intervista
L’intervista è un genere giornalistico solitamente finalizzato all’approfondimento. Le sue regole sono semplici: il giornalista deve scegliere l’interlocutore più adatto alla sua indagine; non deve apparire né troppo aggressivo, né troppo remissivo nei suoi confronti; deve conoscere, se è possibile, la storia e la personalità dell’intervistato; deve preparare la scaletta delle domande e avere la capacità di cambiarle o integrarle nel corso del dialogo; deve porgere domande brevi, chiare, precise e non allusive.All’intervista vera e propria, segue la fase della trascrizione (per i giornali) o del montaggio (per la radio-televisione). Il giornalista deve conservare la fedeltà al senso delle risposte rese dall’intervistato e rispettare la scansione domanda-risposta.
L’intervista ha sempre una ambientazione. L’intervistatore deve riferire il posto, il tempo e il contesto nel quale un’intervista è stata realizzata e ciò non solo per motivi di colore, ma per facilitare la comprensione dell’avvenimento nella sua interezza. La descrizione di un ambiente, l’ascolto di effetti sonori nell’intervista radiofonica o la visione delle immagini in quella televisiva, completano il messaggio informativo (ad es. diversa può essere l’intervista concessa dal presidente del Consiglio nel suo studio di palazzo Chigi, da quella raccolta per strada mentre si trova in vacanza; di grande spessore informativo è l’intervista a un soldato raccolta sul fronte, rispetto a quella realizzata in caserma; nel dibattito politico è importante spiegare ai lettori se l’intervistato conosceva o non conosceva le dichiarazioni di altri personaggi quando una intervista è stata realizzata; e così via).
2. Etica dell’intervista
L’i.g. pone inoltre problemi deontologici di notevole importanza. È eticamente scorretta l’intervista compiacente a un leader politico (la cosiddetta ‘i.g. in ginocchio’). Lo stesso vale per l’intervista concordata (scambio preventivo di domande e risposte scritte), ‘ammorbidita’, senza contraddittorio, promozionale o, addirittura, realizzata in cambio di danaro o vantaggi di qualsiasi genere. È altresì scorretta l’i.g. realizzata in dispregio di uno qualsiasi dei canoni tecnici descritti nel paragrafo precedente, sia in caso di negligenza sia in malafede. Bisogna poi rilevare che l’i.g. a un esperto può essere anche un comodo espediente per il giornalista che non vuole compiere maggiori approfondimenti personali sull’argomento o non abbia voglia di spiegare ai suoi lettori un determinato avvenimento. Deplorevole è anche l’uso di propagandare come ‘sondaggio’ la raccolta di voci non statisticamente rappresentative su un determinato argomento. Scorretta è poi anche l’intervista realizzata per compiacere il proprio editore.Nella fase della trascrizione o del montaggio sono possibili episodi di vera e propria manipolazione del pensiero ai danni dell’intervistato. Ciò è tecnicamente possibile nell’intervista radio-televisiva attraverso il taglio sapiente di parole o pezzi di discorso, oppure con l’interpolazione di domande suggestive o inesistenti nella conversazione originaria. Nella carta stampata le mistificazioni sono possibili attraverso una scorretta trascrizione delle parole dell’intervistato o la decontestualizzazione di frasi da lui effettivamente pronunciate. (È in ogni caso una buona regola, anche se l’intervista non è destinata alla riproduzione radio-televisiva, registrare il colloquio per mettersi al riparo da una rettifica o da una smentita dell’intervistato).
3. L’i.g. al tempo di Internet
Si va facendo strada una nuova forma di i.g. telematica. È quella che coinvolge personalità di grande rilievo istituzionale in ‘fili diretti’ che si svolgono in chat o in veri e propri forum. Essa consente il contatto in tempo reale con l’intervistato e la partecipazione di più intervistatori al dialogo. La mancanza in molti casi di una mediazione giornalistica è uno dei limiti di una pratica destinata a crescente diffusione.4. Una ribalta spesso non gradita
Una i.g. può spesso cambiare la vita di una persona. La grande ribalta televisiva o dei giornali, induce a usare massima delicatezza nella scelta degli intervistati e oculatezza nella esposizione degli stessi. Il giornalista deve evitare che da una intervista giunga all’intervistato una pubblicità non gradita o un pregiudizio alla vita quotidiana. Sono perciò da evitare le interviste ai minori e quelle che denunciano realtà compromettenti per le quali devono essere garantiti l’anonimato e la non identificabilità dell’intervistato (ad es. l’i.g. a un pentito di mafia).Foto
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Bibliografia
- COASSIN Gabriele, Tecniche di video intervista e inchiesta con la telecamera, Lupetti, Milano 2010.
- COASSIN Gabriele, Video digitale. La ripresa, Apogeo, Milano 2007.
- HALPERÍN Jorge, La entervista periodística, Paidós, Buenos Aires 1995.
- LEPRI Sergio, Professione giornalista, Etas Libri, Milano 2005 (3.a ed. ampliata).
- METZLER Ken, Creative interviewing, Prentice Hall, Englewood Cliffs (NJ) 1989.
- SCHUMACHER Michael, The writer's complete guide to conducting interviews, Writer's Digest Books, Cincinnati (OH) 1993.
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Come citare questa voce
Preziosi Antonio , Intervista giornalistica, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (22/12/2024).
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