Velina
- Testo
- Bibliografia1
- Voci correlate
Autore: Piero Trupia
Il significato proprio e originario (denotativo) è: copia su carta sottile (carta-velina) realizzata in più esemplari (con l’uso della carta-carbone), di un testo battuto sulla macchina da scrivere. Successivamente, per sineddoche, si indicò la copia di un testo contenente la versione ufficiale di una notizia da far pervenire ufficiosamente agli organi di stampa, soprattutto quotidiani, per orientare ideologicamente e politicamente il lavoro di redazione. In questa versione e funzione la v. assunse una connotazione negativa di censura indiretta della stampa.
Storicamente la v. nasce, in Italia, con il Governo Giolitti e indirettamente è una conseguenza del pluralismo di fatto della società di massa. In presenza di una pluralità, almeno potenziale, di fonti e di interpretazioni il ‘regime’ (governo, partito o coalizione di partiti dominante) si preoccupa di orientare, attraverso la stampa, e oggi più in generale i media, la formazione dell’opinione pubblica. Nel fascismo la preparazione e distribuzione quotidiana di veline sugli argomenti che stavano a cuore al regime rientra tra i compiti istituzionali del Ministero della Cultura Popolare. In quel regime la v. da orientamento o autorevole suggerimento diventò una versione imposta dei fatti per una loro presa o non presa in carico (Tematizzazione). Nel fascismo la v. era denominata ‘nota di servizio’; indirizzata ai direttori dei quotidiani, suggeriva anche la collocazione e la grafica della notizia da pubblicare.
Esiste una differenza essenziale tra v. e comunicato. La v. è suggerimento o imposizione; il comunicato è una segnalazione che può o meno orientare o facilitare il lavoro del redattore, anche senza determinarlo o influenzarlo pesantemente.
Nel regime pluripartitico postfascista, la v. è rimasta come suggerimento influente di un centro di potere politico: partito o coalizione di partiti al governo; partito egemone nella coalizione di governo ai media indipendenti; partito non di governo ai media controllati o politicamente organici. L’influenza della v. in tale regime discende direttamente dal controllo economico e politico sui media o è funzione del potere di condizionamento dell’emittente sui media indipendenti.
Il potere di condizionamento della v. dipende anche dalla scarsa trasparenza dei centri di potere e dalla inaccessibilità delle fonti di informazione relative alla loro attività. In tale caso la v. può risultare l’unico tramite agli Arcana Imperii. Ha assunto una certa risonanza coloristica e folcloristica negli anni Cinquanta-Ottanta la velina quotidiana del giornalista filogovernativo Vittorio Orefice, il primo a essere accreditato nel dopoguerra come giornalista parlamentare. Nella caratterizzazione di tale v. rientrava un’apparenza di formale imparzialità e spirito cronistico denotato da esordi del tipo "In ambiente di Palazzo Chigi si afferma..."; "Secondo fonti autorevoli...".
Un’altra versione di v. è la cosiddetta ‘velina rossa’ del Partito comunista italiano, conservata anche nelle successive trasformazioni e denominazioni di tale partito. Si trattava di un orientamento agli organi di stampa controllati economicamente e/o politicamente; solo recentemente (post 1998) ha suscitato polemiche e scontri interni che hanno avuto risalto presso l’opinione pubblica.
A partire dal 1988 il termine v. è stato utilizzato metaforicamente per indicare le due soubrette che partecipano alla trasmissione satirica Striscia la notizia, diffusa quotidianamente da Canale 5.
Storicamente la v. nasce, in Italia, con il Governo Giolitti e indirettamente è una conseguenza del pluralismo di fatto della società di massa. In presenza di una pluralità, almeno potenziale, di fonti e di interpretazioni il ‘regime’ (governo, partito o coalizione di partiti dominante) si preoccupa di orientare, attraverso la stampa, e oggi più in generale i media, la formazione dell’opinione pubblica. Nel fascismo la preparazione e distribuzione quotidiana di veline sugli argomenti che stavano a cuore al regime rientra tra i compiti istituzionali del Ministero della Cultura Popolare. In quel regime la v. da orientamento o autorevole suggerimento diventò una versione imposta dei fatti per una loro presa o non presa in carico (Tematizzazione). Nel fascismo la v. era denominata ‘nota di servizio’; indirizzata ai direttori dei quotidiani, suggeriva anche la collocazione e la grafica della notizia da pubblicare.
Esiste una differenza essenziale tra v. e comunicato. La v. è suggerimento o imposizione; il comunicato è una segnalazione che può o meno orientare o facilitare il lavoro del redattore, anche senza determinarlo o influenzarlo pesantemente.
Nel regime pluripartitico postfascista, la v. è rimasta come suggerimento influente di un centro di potere politico: partito o coalizione di partiti al governo; partito egemone nella coalizione di governo ai media indipendenti; partito non di governo ai media controllati o politicamente organici. L’influenza della v. in tale regime discende direttamente dal controllo economico e politico sui media o è funzione del potere di condizionamento dell’emittente sui media indipendenti.
Il potere di condizionamento della v. dipende anche dalla scarsa trasparenza dei centri di potere e dalla inaccessibilità delle fonti di informazione relative alla loro attività. In tale caso la v. può risultare l’unico tramite agli Arcana Imperii. Ha assunto una certa risonanza coloristica e folcloristica negli anni Cinquanta-Ottanta la velina quotidiana del giornalista filogovernativo Vittorio Orefice, il primo a essere accreditato nel dopoguerra come giornalista parlamentare. Nella caratterizzazione di tale v. rientrava un’apparenza di formale imparzialità e spirito cronistico denotato da esordi del tipo "In ambiente di Palazzo Chigi si afferma..."; "Secondo fonti autorevoli...".
Un’altra versione di v. è la cosiddetta ‘velina rossa’ del Partito comunista italiano, conservata anche nelle successive trasformazioni e denominazioni di tale partito. Si trattava di un orientamento agli organi di stampa controllati economicamente e/o politicamente; solo recentemente (post 1998) ha suscitato polemiche e scontri interni che hanno avuto risalto presso l’opinione pubblica.
A partire dal 1988 il termine v. è stato utilizzato metaforicamente per indicare le due soubrette che partecipano alla trasmissione satirica Striscia la notizia, diffusa quotidianamente da Canale 5.
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Bibliografia
- OREFICE Vittorio, La velina. Giuro di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, Mondadori, Milano 1986.
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Come citare questa voce
Trupia Piero , Velina, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (21/11/2024).
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