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Autore: Pier Cesare Rivoltella
1) È uno dei due atteggiamenti che il soggetto enunciatore può assumere in ordine all’oggetto della comunicazione, dove il termine atteggiamento è tecnico e indica il modus attraverso il quale viene articolato il dictum di una comunicazione.
Nei testi audiovisivi il dictum è la storia, cioè il contenuto di una enunciazione inteso come l’insieme di ciò che in essa viene mostrato (il profilmico) e dell’immagine che lo mostra (l’ enunciato): nella celebre sequenza dell’assalto alla diligenza in Ombre rosse di John Ford il detto è la diligenza in fuga che la macchina da presa consente di seguire nella sua corsa.
Il modus è invece il discorso, cioè l’enunciazione che di tale contenuto, attraverso interventi di tipo sintattico ed espressivo, viene articolata dal soggetto enunciatore: in un’altra sequenza, altrettanto celebre, quella iniziale di Delitto perfetto di A. Hitchcock, la scelta di rivelare subito il nome dell’assassino e le riprese dall’alto del luogo dell’omicidio non appartengono più al detto, ma al modo in cui esso viene enunciato.
Racconto e c. sono i due modi di tale enunciazione. Il primo è l’atteggiamento mediante il quale si tende a evidenziare la storia rispetto al discorso lasciando parlare il mostrato (sebbene anche il racconto possa configurarsi come una forma di c.); il secondo è invece l’atteggiamento con cui in primo piano viene portato il discorso, privilegiando l’enunciazione rispetto all’enunciato.
Diversi sono i tipi di intervento commentativo. Tra i più diffusi: il c. verbale (è il caso della voce off, fuoricampo), il racconto commentativo (si tratta di quei testi in cui come nella filmografia di Hitchcock, Woody Allen o Nanni Moretti quello che pare un racconto è di fatto sorretto da un atteggiamento commentativo di fondo dell’enunciatore), il c. extranarrativo (tipico di tutti quei testi in cui la narrazione passa in secondo piano rispetto a un uso poetico o saggistico dell’immagine ne è un esempio emblematico la cinematografia di Tarkovskj).
2) È l’attività giornalistica consistente nell’esprimere opinioni sui fatti di attualità. Una classica regola dell’informazione stabilisce che essa deve essere tenuta chiaramente distinta dalle notizie: queste ultime sono da considerarsi ‘sacre’, mentre il c. è ‘libero’. In realtà anche il semplice ‘racconto dei fatti’ può contenere elementi che ne orientano l’interpretazione, ma è dovere di ogni giornalista attenersi all’imparzialità nella redazione delle notizie e alla trasparenza nel commentarle, facendo cioè comprendere chiaramente quando si tratta di opinioni personali.
(Notizia; Obiettività dell’informazione)
Nei testi audiovisivi il dictum è la storia, cioè il contenuto di una enunciazione inteso come l’insieme di ciò che in essa viene mostrato (il profilmico) e dell’immagine che lo mostra (l’ enunciato): nella celebre sequenza dell’assalto alla diligenza in Ombre rosse di John Ford il detto è la diligenza in fuga che la macchina da presa consente di seguire nella sua corsa.
Il modus è invece il discorso, cioè l’enunciazione che di tale contenuto, attraverso interventi di tipo sintattico ed espressivo, viene articolata dal soggetto enunciatore: in un’altra sequenza, altrettanto celebre, quella iniziale di Delitto perfetto di A. Hitchcock, la scelta di rivelare subito il nome dell’assassino e le riprese dall’alto del luogo dell’omicidio non appartengono più al detto, ma al modo in cui esso viene enunciato.
Racconto e c. sono i due modi di tale enunciazione. Il primo è l’atteggiamento mediante il quale si tende a evidenziare la storia rispetto al discorso lasciando parlare il mostrato (sebbene anche il racconto possa configurarsi come una forma di c.); il secondo è invece l’atteggiamento con cui in primo piano viene portato il discorso, privilegiando l’enunciazione rispetto all’enunciato.
Diversi sono i tipi di intervento commentativo. Tra i più diffusi: il c. verbale (è il caso della voce off, fuoricampo), il racconto commentativo (si tratta di quei testi in cui come nella filmografia di Hitchcock, Woody Allen o Nanni Moretti quello che pare un racconto è di fatto sorretto da un atteggiamento commentativo di fondo dell’enunciatore), il c. extranarrativo (tipico di tutti quei testi in cui la narrazione passa in secondo piano rispetto a un uso poetico o saggistico dell’immagine ne è un esempio emblematico la cinematografia di Tarkovskj).
2) È l’attività giornalistica consistente nell’esprimere opinioni sui fatti di attualità. Una classica regola dell’informazione stabilisce che essa deve essere tenuta chiaramente distinta dalle notizie: queste ultime sono da considerarsi ‘sacre’, mentre il c. è ‘libero’. In realtà anche il semplice ‘racconto dei fatti’ può contenere elementi che ne orientano l’interpretazione, ma è dovere di ogni giornalista attenersi all’imparzialità nella redazione delle notizie e alla trasparenza nel commentarle, facendo cioè comprendere chiaramente quando si tratta di opinioni personali.
(Notizia; Obiettività dell’informazione)
P. C. R.
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Rivoltella Pier Cesare , Commento, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (23/11/2024).
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