Take

Termine inglese di larga utilizzazione sia nell’ambito della produzione audiovisiva sia in quello giornalistico per indicare l’esecuzione di una singola parte di un lavoro più ampio e complesso.
Nella produzione televisiva e cinematografica, come anche nelle registrazioni audio, per t. si intende ogni singolo intervento di ripresa o di registrazione, dall’avvio della macchina al suo arresto. Di una scena o di una esecuzione sonora – opportunamente provate e riprovate – si girano o si registrano vari t. ed è il regista che decide quale o quali debbano essere considerati validi per il montaggio o il missaggio finale. Per quanto riguarda la produzione video o filmica, il termine richiama quello di inquadratura, ma non ne può essere considerato sinonimo, perché nel significato di inquadratura, oltre alla definizione del ‘segmento temporale’ della ripresa (dall’ordine ‘motore!’ a ‘stop!’), c’è il riferimento alle scelte di ‘messa in quadro’ del profilmico (quanto sta davanti all’obiettivo), secondo un determinato punto di vista, con determinate luci e obiettivi.
Per i tipografi anglofoni la parola t. indicava il singolo pezzo di articolo o di testo che veniva loro affidato – mano a mano che era pronto – perché fosse composto e impaginato. Nel linguaggio giornalistico attuale per t. si intendono i singoli comunicati messi in rete da una agenzia per fornire e aggiornare una notizia: è un dispaccio delle dimensioni di una schermata di 24 righe, titoli e codici compresi. Dal momento che le agenzie giornalistiche seguono gli avvenimenti in presa diretta e dunque funzionano 24 ore su 24, le più varie notizie arrivano sui terminali della redazione ‘smontate’ per singoli t., ordinati per titoli e numeri in successione. È compito del giornalista raccogliere, valutare e coordinare i vari spezzoni per costruire la notizia che apparirà sul giornale, stampato, televisivo o radiofonico che sia. Il semplice t. non va confuso con il flash d’agenzia.

F. L.