Transistor
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Autori: Franco Lever, Giuseppe Fortunato
Abbreviazione di transfer resistor (resistenza di trasferimento), utilizzato nei circuiti elettronici, sia a componenti discreti che a circuiti integrati.
Inizialmente il nome fu attribuito a un solo componente elettronico, per poi passare a indicare più gruppi di dispositivi costruiti da semiconduttori, generalmente germanio e silicio. Ha sostituito vantaggiosamente le valvole termoioniche non solo per le sue ridotte dimensioni, ma anche per altre sue caratteristiche: affidabilità, grande rendimento, ridotta produzione di calore, economicità, praticità produttiva. Fu messo a punto da Walter Brattain, William Shockley e da John Bardeen nei laboratori della Bell Telephone, negli Stati Uniti. L’esperimento decisivo venne realizzato nel dicembre del 1947; nell’anno successivo l’invenzione venne ulteriormente perfezionata e resa di pubblico dominio.
La società AT&T, proprietaria dei laboratori Bell, concesse immediatamente la licenza di utilizzazione ad altri produttori a costi molto contenuti, cosicché la nuova tecnologia ebbe un rapido sviluppo e nel giro di pochi anni entrò in produzione industriale, arrivando in un ventennio a sostituire completamente la valvola. Il primo settore in cui il t. venne impiegato fu quello delle protesi per la sordità; per questa utilizzazione l’AT&T dando seguito all’impegno di Alexander Bell a favore delle persone affette da questo handicap concesse la licenza gratuita. Nel 1959 i tre ricercatori americani ottennero il Premio Nobel per la fisica.
Il t. può assolvere molte funzioni, tra cui quelle di amplificatore, interruttore e oscillatore; è quindi un componente fondamentale di quasi tutti gli strumenti moderni. Insieme al t. è nata una nuova concezione dei circuiti elettronici, la stessa che ha poi sviluppato i circuiti integrati.
La scoperta del t. e la potenzialità del silicio e del germanio utilizzati allora per la prima volta hanno consentito alla tecnologia una triplice accelerazione a prima vista contraddittoria:
una miniaturizzazione estremamente spinta (nel 1948 un t. era già un migliaio di volte più piccolo di una valvola; oggi solo in uno spazio grande come il t. di allora ci stanno centinaia di migliaia di componenti elettronici, insieme ai circuiti che li collegano);
la messa a disposizione di strumenti sempre più ‘intelligenti’;
l’abbassamento dei costi, soprattutto una volta che sia passato il tempo necessario all’industria per recuperare gli investimenti fatti per la messa a punto delle singole innovazioni.
Nel 1954 apparve sul mercato la prima radio totalmente transistorizzata, decisamente più piccola delle radio tradizionali, a un prezzo molto contenuto. La sua ulteriore riduzione in termini di peso, di dimensioni e di prezzo, oltre all’alimentazione a batteria, ne ha favorito la diffusione. A questo riguardo è significativo che la parola t., da termine esclusivamente tecnico, sia passata a indicare proprio le piccole radio portatili presenti in ogni angolo della terra, anche tra le popolazioni più povere. Grazie al t . la ‘radio’ è diventata lo strumento e la tecnologia di comunicazione in assoluto più diffusa. (Circuito integrato).
Inizialmente il nome fu attribuito a un solo componente elettronico, per poi passare a indicare più gruppi di dispositivi costruiti da semiconduttori, generalmente germanio e silicio. Ha sostituito vantaggiosamente le valvole termoioniche non solo per le sue ridotte dimensioni, ma anche per altre sue caratteristiche: affidabilità, grande rendimento, ridotta produzione di calore, economicità, praticità produttiva. Fu messo a punto da Walter Brattain, William Shockley e da John Bardeen nei laboratori della Bell Telephone, negli Stati Uniti. L’esperimento decisivo venne realizzato nel dicembre del 1947; nell’anno successivo l’invenzione venne ulteriormente perfezionata e resa di pubblico dominio.
La società AT&T, proprietaria dei laboratori Bell, concesse immediatamente la licenza di utilizzazione ad altri produttori a costi molto contenuti, cosicché la nuova tecnologia ebbe un rapido sviluppo e nel giro di pochi anni entrò in produzione industriale, arrivando in un ventennio a sostituire completamente la valvola. Il primo settore in cui il t. venne impiegato fu quello delle protesi per la sordità; per questa utilizzazione l’AT&T dando seguito all’impegno di Alexander Bell a favore delle persone affette da questo handicap concesse la licenza gratuita. Nel 1959 i tre ricercatori americani ottennero il Premio Nobel per la fisica.
Il t. può assolvere molte funzioni, tra cui quelle di amplificatore, interruttore e oscillatore; è quindi un componente fondamentale di quasi tutti gli strumenti moderni. Insieme al t. è nata una nuova concezione dei circuiti elettronici, la stessa che ha poi sviluppato i circuiti integrati.
La scoperta del t. e la potenzialità del silicio e del germanio utilizzati allora per la prima volta hanno consentito alla tecnologia una triplice accelerazione a prima vista contraddittoria:
una miniaturizzazione estremamente spinta (nel 1948 un t. era già un migliaio di volte più piccolo di una valvola; oggi solo in uno spazio grande come il t. di allora ci stanno centinaia di migliaia di componenti elettronici, insieme ai circuiti che li collegano);
la messa a disposizione di strumenti sempre più ‘intelligenti’;
l’abbassamento dei costi, soprattutto una volta che sia passato il tempo necessario all’industria per recuperare gli investimenti fatti per la messa a punto delle singole innovazioni.
Nel 1954 apparve sul mercato la prima radio totalmente transistorizzata, decisamente più piccola delle radio tradizionali, a un prezzo molto contenuto. La sua ulteriore riduzione in termini di peso, di dimensioni e di prezzo, oltre all’alimentazione a batteria, ne ha favorito la diffusione. A questo riguardo è significativo che la parola t., da termine esclusivamente tecnico, sia passata a indicare proprio le piccole radio portatili presenti in ogni angolo della terra, anche tra le popolazioni più povere. Grazie al t . la ‘radio’ è diventata lo strumento e la tecnologia di comunicazione in assoluto più diffusa. (Circuito integrato).
G. Fortunato e F. Lever
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Bibliografia
- AMOS Stan - JAMES Mike, Principles of Transistor Circuits, Newnes Butterworth-Heinemann, Oxford 2000 (ed. orig. 1959).
- HOROWITZ Paul - WINFIELD Hill, The art of electronics, Cambridge University Press, Cambridge 1989.
- RIORDAN Michael HODDESON Lillian, Chrystal fire: the invention of the transistor and the birth of the information age, Norton & Company, London 1998.
- STEVENSON BACON W., The transistor's 20th anniversary: How Germanium and a bit of wire changed the world in «Popular Science» (1968) 6, pp.80-144.
Documenti
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Links
- Articolo di John Markoff pubblicato in NY Times (feb. 2003) intitolato ‘Herbert F. Mataré: An inventor of the transistor has his moment’
- Articolo intitolato ‘How Europe missed the transistor’ di Michael Riordan (2005)
- Biografia di John Bardeen, co-inventore del transistor
- Biografia di Walter Brattain, co-inventore del transistor
- Biografia di William Shockley, co-inventore del transistor
- Pagina dedicata al transistor con storia, foto, tutorials e unampia collezione di link utili riguardo largomento
Note
Come citare questa voce
Lever Franco , Fortunato Giuseppe , Transistor, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (19/12/2024).
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