Cooperazione testuale
- Testo
- Bibliografia2
- Voci correlate
Autore: Pier Cesare Rivoltella
Modello teorico elaborato da Umberto Eco nell’ambito delle semiotiche testuali di seconda generazione (Semiotica) che consiste nel ritenere fondamentale per la costruzione del senso di un testo l’intervento del lettore. Fondato sulle teorie del lettore implicito (Iser, Booth, Chatman) e sulla teoria del significato di Peirce (Segno), tale modello anticipa l’idea fondamentale attorno a cui oggi si organizza la Reception Analysis (Ricezione).
L’intuizione fondamentale che sta alla base di questo modello è la considerazione del testo come una ‘macchina pigra’, come una ‘macchina presupposizionale’. Esso cioè, oltre a configurarsi come un sistema di codici secondo l’ipotesi delle teorie di prima generazione, risulta essere analizzabile allo stesso tempo come l’espansione di un semema, cioè come un testo virtuale.
Dire che il testo è l’espansione di un semema significa affermare la possibilità di riportarlo ad un unico tema centrale che corrisponde appunto al semema che genera l’intero testo: un film che, come Apocalypse now, racconta la guerra del Vietnam non fa altro che espandere questo semema, questa unità minima di rappresentazione che è l’immagine del Vietnam, fino a comprendere tutto ciò che l’enciclopedia del lettore può pensare di questa guerra.
In questo senso il testo è sempre un testo virtuale. La sua comprensione dipende infatti sia dal frame, dal contesto che lo caratterizza, sia dall’insieme delle competenze (enciclopedia di riferimento) che servono al lettore per attualizzarne il senso.
Una simile impostazione produce alcune conseguenze interessanti.
La prima è la scomparsa dell’autore in carne e ossa, dell’autore empirico. Esso, infatti, si riduce o a un insieme di occorrenze testuali come stile, ruolo attanziale (Attante), atteggiamento illocutorio cui si dà il nome di autore implicito, o all’ipotesi interpretativa formulata dal lettore (autore modello).
Allo stesso modo occorrerà distinguere il lettore empirico, in carne e ossa, dal cui lavoro presupposizionale dipende l’interpretazione del testo, dal lettore modello, che è invece una strategia testuale volta alla costruzione del lettore: il testo non contiene solo una storia, dei significati possibili, ma predispone anche una serie di istruzioni per l’uso indirizzate al lettore.
Il risultato è che l’atto della lettura ne esce del tutto trasformato. Esso non consiste più nello scoprire quali siano le intenzioni dell’enunciatore manifestate nel testo, ma nell’attualizzare le possibilità virtuali di senso che nel testo sono presenti: è a questo lavoro che si dà il nome di c.t.
Le tappe attraverso cui questo lavoro procede sono: 1) l’attualizzazione delle strutture discorsive, cioè l’individuazione del topic, del tema; si tratta di un’operazione mediante la quale il lettore sceglie di assumere i termini in gioco secondo un determinato significato, rispondendo alla domanda: "Di cosa sta parlando il testo?". La scelta del topic consente poi di ricostruire le isotopie testuali, cioè un percorso di lettura coerente ai diversi livelli del testo; 2) la ricostruzione delle strutture narrative, cioè l’individuazione della fabula e l’articolazione dell’ intreccio. Essa avviene attraverso previsioni e passeggiate inferenziali. In virtù del tema individuato, a mano a mano che il testo sviluppa il suo discorso, il lettore è portato ad anticiparne le mosse, a prevedere cosa succederà dopo. Questo lavoro di previsione consiste nel prefigurare mondi possibili che il testo potrà produrre. Per farlo, il lettore ha bisogno di uscire fuori dal testo, di confrontarlo con altri testi già conosciuti, di dedurre dalle somiglianze con essi eventuali analogie di comportamento: questo è ciò che si chiama passeggiata inferenziale; 3) l’attualizzazione delle strutture attanziali e ideologiche. È il momento in cui la lettura raggiunge la struttura profonda del testo: configurare il ruolo attanziale dei personaggi significa già in un certo senso scegliere quale dei significati possibili del testo si vogliano attualizzare. A maggior ragione questo si verifica nel momento in cui ci si trasferisce decisamente sul piano semantico provando ad attualizzare il portato ideologico del testo. È in quest’ultima fase che si pone il problema dei limiti che il testo può porre al lettore nel suo lavoro di attualizzazione: per alcuni (Culler, Rorty) il lettore può fare l’uso che vuole di un testo e quindi non c’è limite ai significati che gli può attribuire, per altri (lo stesso Eco è di questo parere) i limiti esistono e sono imposti dal testo che impedisce al lettore di inferire da esso ciò che esso di fatto non dice.
L’intuizione fondamentale che sta alla base di questo modello è la considerazione del testo come una ‘macchina pigra’, come una ‘macchina presupposizionale’. Esso cioè, oltre a configurarsi come un sistema di codici secondo l’ipotesi delle teorie di prima generazione, risulta essere analizzabile allo stesso tempo come l’espansione di un semema, cioè come un testo virtuale.
Dire che il testo è l’espansione di un semema significa affermare la possibilità di riportarlo ad un unico tema centrale che corrisponde appunto al semema che genera l’intero testo: un film che, come Apocalypse now, racconta la guerra del Vietnam non fa altro che espandere questo semema, questa unità minima di rappresentazione che è l’immagine del Vietnam, fino a comprendere tutto ciò che l’enciclopedia del lettore può pensare di questa guerra.
In questo senso il testo è sempre un testo virtuale. La sua comprensione dipende infatti sia dal frame, dal contesto che lo caratterizza, sia dall’insieme delle competenze (enciclopedia di riferimento) che servono al lettore per attualizzarne il senso.
Una simile impostazione produce alcune conseguenze interessanti.
La prima è la scomparsa dell’autore in carne e ossa, dell’autore empirico. Esso, infatti, si riduce o a un insieme di occorrenze testuali come stile, ruolo attanziale (Attante), atteggiamento illocutorio cui si dà il nome di autore implicito, o all’ipotesi interpretativa formulata dal lettore (autore modello).
Allo stesso modo occorrerà distinguere il lettore empirico, in carne e ossa, dal cui lavoro presupposizionale dipende l’interpretazione del testo, dal lettore modello, che è invece una strategia testuale volta alla costruzione del lettore: il testo non contiene solo una storia, dei significati possibili, ma predispone anche una serie di istruzioni per l’uso indirizzate al lettore.
Il risultato è che l’atto della lettura ne esce del tutto trasformato. Esso non consiste più nello scoprire quali siano le intenzioni dell’enunciatore manifestate nel testo, ma nell’attualizzare le possibilità virtuali di senso che nel testo sono presenti: è a questo lavoro che si dà il nome di c.t.
Le tappe attraverso cui questo lavoro procede sono: 1) l’attualizzazione delle strutture discorsive, cioè l’individuazione del topic, del tema; si tratta di un’operazione mediante la quale il lettore sceglie di assumere i termini in gioco secondo un determinato significato, rispondendo alla domanda: "Di cosa sta parlando il testo?". La scelta del topic consente poi di ricostruire le isotopie testuali, cioè un percorso di lettura coerente ai diversi livelli del testo; 2) la ricostruzione delle strutture narrative, cioè l’individuazione della fabula e l’articolazione dell’ intreccio. Essa avviene attraverso previsioni e passeggiate inferenziali. In virtù del tema individuato, a mano a mano che il testo sviluppa il suo discorso, il lettore è portato ad anticiparne le mosse, a prevedere cosa succederà dopo. Questo lavoro di previsione consiste nel prefigurare mondi possibili che il testo potrà produrre. Per farlo, il lettore ha bisogno di uscire fuori dal testo, di confrontarlo con altri testi già conosciuti, di dedurre dalle somiglianze con essi eventuali analogie di comportamento: questo è ciò che si chiama passeggiata inferenziale; 3) l’attualizzazione delle strutture attanziali e ideologiche. È il momento in cui la lettura raggiunge la struttura profonda del testo: configurare il ruolo attanziale dei personaggi significa già in un certo senso scegliere quale dei significati possibili del testo si vogliano attualizzare. A maggior ragione questo si verifica nel momento in cui ci si trasferisce decisamente sul piano semantico provando ad attualizzare il portato ideologico del testo. È in quest’ultima fase che si pone il problema dei limiti che il testo può porre al lettore nel suo lavoro di attualizzazione: per alcuni (Culler, Rorty) il lettore può fare l’uso che vuole di un testo e quindi non c’è limite ai significati che gli può attribuire, per altri (lo stesso Eco è di questo parere) i limiti esistono e sono imposti dal testo che impedisce al lettore di inferire da esso ciò che esso di fatto non dice.
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Bibliografia
- ECO Umberto, Interpretazione e sovrainterpretazione, Bompiani, Milano 1995.
- ECO Umberto, Lector in fabula, Bompiani, Milano 1979.
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Note
Come citare questa voce
Rivoltella Pier Cesare , Cooperazione testuale, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (24/11/2024).
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