Convenzioni spettacolari
- Testo
- Voci correlate
Autore: Pier Cesare Rivoltella
Prendono questo nome i codici tecnici (Codice), organizzati in sistemi di regole, che presiedono alla comunicazione in un determinato specifico spettacolare (si parlerà in questo senso, volta a volta, di convenzioni teatrali, cinematografiche, ecc.) producendo nei partecipanti comportamenti di consumo codificati dall’uso.
Simmetricamente a quanto visto in ordine ai codici, è possibile fornirne una catalogazione tanto in orizzontale che in verticale.
In orizzontale, per quanto riguarda ad esempio il teatro, si distingueranno convenzioni architettoniche, prossemiche, scenografiche, gestuali, declamatorie, ecc. Il criterio tipologico, in questo caso, viene individuato nelle diverse materie espressive di cui la performance teatrale si serve per comunicare (la voce, il gesto, la posizione dei corpi nello spazio, ecc.).
In verticale, invece, prevale un criterio di organizzazione delle diverse convenzioni che procede dalle più generali alle più specifiche. Sono convenzioni generali le regole che contribuiscono a definire nel suo specifico la rappresentazione teatrale, piuttosto che televisiva o cinematografica. Sono convenzioni di questo tipo il fatto che ciò che accade sullo schermo cinematografico è fiction e non realtà, o che l’attore non è il suo personaggio ma si limita a interpretarlo.
A differenza di queste, le convenzioni particolari si riferiscono alle scelte stilistiche di un autore, di una scuola, di un movimento, di un gruppo: è il caso del documentarismo nel cinema neorealista, dell’effetto di straniamento nel teatro di Brecht, o della contaminazione dei generi nel contenitore neotelevisivo.
Infine, si parla di convenzioni singolari quando ci si riferisce a idioletti propri di una singola opera: basti citare il caso di West Side Story, il musical del 1961, che grazie alle originalissime trovate linguistiche del regista Robert Wise, alle coreografie di Jerome Robbins e alla musica di Leonard Bernstein, è diventato un caso unico, e per questo ‘di culto’, nella storia del cinema.
Tale distinzione evidentemente non è fissata univocamente. La storia delle arti dello spettacolo dimostra come progressivamente convenzioni singolari tendano a configurarsi prima in termini particolari e poi, in alcuni casi, addirittura generali.
Simmetricamente a quanto visto in ordine ai codici, è possibile fornirne una catalogazione tanto in orizzontale che in verticale.
In orizzontale, per quanto riguarda ad esempio il teatro, si distingueranno convenzioni architettoniche, prossemiche, scenografiche, gestuali, declamatorie, ecc. Il criterio tipologico, in questo caso, viene individuato nelle diverse materie espressive di cui la performance teatrale si serve per comunicare (la voce, il gesto, la posizione dei corpi nello spazio, ecc.).
In verticale, invece, prevale un criterio di organizzazione delle diverse convenzioni che procede dalle più generali alle più specifiche. Sono convenzioni generali le regole che contribuiscono a definire nel suo specifico la rappresentazione teatrale, piuttosto che televisiva o cinematografica. Sono convenzioni di questo tipo il fatto che ciò che accade sullo schermo cinematografico è fiction e non realtà, o che l’attore non è il suo personaggio ma si limita a interpretarlo.
A differenza di queste, le convenzioni particolari si riferiscono alle scelte stilistiche di un autore, di una scuola, di un movimento, di un gruppo: è il caso del documentarismo nel cinema neorealista, dell’effetto di straniamento nel teatro di Brecht, o della contaminazione dei generi nel contenitore neotelevisivo.
Infine, si parla di convenzioni singolari quando ci si riferisce a idioletti propri di una singola opera: basti citare il caso di West Side Story, il musical del 1961, che grazie alle originalissime trovate linguistiche del regista Robert Wise, alle coreografie di Jerome Robbins e alla musica di Leonard Bernstein, è diventato un caso unico, e per questo ‘di culto’, nella storia del cinema.
Tale distinzione evidentemente non è fissata univocamente. La storia delle arti dello spettacolo dimostra come progressivamente convenzioni singolari tendano a configurarsi prima in termini particolari e poi, in alcuni casi, addirittura generali.
P. C. Rivoltella
Foto
Non ci sono foto per questa voce
Video
Non ci sono video per questa voce
Bibliografia
Non c'è bibliografia per questa voce
Documenti
Non ci sono documenti per questa voce
Links
Non ci sono link per questa voce
Note
Come citare questa voce
Rivoltella Pier Cesare , Convenzioni spettacolari, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (26/12/2024).
Il testo è disponibile secondo la licenza CC-BY-NC-SA
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
334