Conversazione audiovisiva
- Testo
- Bibliografia1
- Voci correlate
Autore: Pier Cesare Rivoltella
Modello teorico, elaborato nell’ambito delle semiotiche testuali (Semiotica) da G. Bettetini, che allude alla possibilità di considerare il testo audiovisivo come il luogo di una interazione tra le due istanze simboliche del soggetto enunciatore e del soggetto enunciatario.
Soggetto enunciatore viene definita la fonte originaria della comunicazione, l’autore simbolico del testo. Esso solo in parte coincide con l’autore in carne e ossa (Enunciatore empirico), dal momento che anche l’autore più consapevole, quando produce un testo, in realtà mette in moto una macchina significante di cui non riesce più a essere padrone. Simmetrico al Soggetto enunciatore è l’Enunciatario, cioè l’immagine del fruitore così come il testo la presuppone. Anche in questo caso, solo impropriamente si può affermare la sua identità con il lettore in carne e ossa, dal momento che è difficile immaginare che l’unico uso possibile del testo sia quello previsto dal Soggetto enunciatore.
In sintesi si può dire che ogni testo reca in sé, oltre che un sapere, anche un programma d’uso. Il progetto di comunicazione sotteso a un film, a un programma televisivo, a una pièce teatrale, oltre a contribuire a uno scambio di conoscenza, prevede anche un’appropriazione di significati da parte dell’utente indirizzandolo in conformità a tale appropriazione.
Il gioco attraverso cui, nel testo, enunciatore ed enunciatario negoziano sapere prende appunto il nome di c.t. Essa è esemplificabile nello schema domanda/risposta, in base al quale ogni testo audiovisivo si può considerare, dal punto di vista del suo funzionamento comunicativo, come una sequenza di domande e risposte che intervengono tra i due soggetti coinvolti. L’applicazione di tale schema può dare luogo ad almeno quattro situazioni:
1) risposta procrastinata. È il caso in cui il Soggetto enunciatore suscita una domanda e poi rinvia la risposta a tempo indeterminato, come quando nel thrilling si produce suspense mostrando allo spettatore cose che solo lui può sapere e costringendolo poi ad attendere quando esse incideranno sulla vicenda;
2) risposta negata. Si verifica quando l’enunciatario viene invitato a cercare altrove le sue risposte (ne è un esempio emblematico il funzionamento citazionale del cinema postmoderno) oppure quando la risposta non è recuperabile né nel testo né altrove e il lettore è invitato a fornirne una propria (classico il caso del cinema d’avanguardia o del cinema-saggio, in cui il contributo del lettore è determinante per chiudere il senso del testo);
3) risposta non suscitata. Si tratta di una ridondanza informativa presente nel testo e si esprime, ad esempio, in tutti i casi in cui il commento verbale ribadisce quanto già le immagini mostrano chiaramente (si pensi alla funzione della voce off in alcune dirette televisive);
4) assenza di domanda e risposta in quest’ultima circostanza il testo non precostituisce una domanda e non le fornisce risposta, ma rinvia il lavoro di interrogazione direttamente al lettore, il cui compito consisterà nel prestare attenzione alle lacune semantiche o ai silenzi del testo per chiudere il senso (esempio di questa quarta tipologia è quello di testi che risentono di veti o censure).
In quest’ultimo caso la conversazione deborda oltre i limiti del testo e coinvolge il lettore in carne e ossa anticipando le analisi della semiotica pragmatica sulla rilevanza del contesto.
Soggetto enunciatore viene definita la fonte originaria della comunicazione, l’autore simbolico del testo. Esso solo in parte coincide con l’autore in carne e ossa (Enunciatore empirico), dal momento che anche l’autore più consapevole, quando produce un testo, in realtà mette in moto una macchina significante di cui non riesce più a essere padrone. Simmetrico al Soggetto enunciatore è l’Enunciatario, cioè l’immagine del fruitore così come il testo la presuppone. Anche in questo caso, solo impropriamente si può affermare la sua identità con il lettore in carne e ossa, dal momento che è difficile immaginare che l’unico uso possibile del testo sia quello previsto dal Soggetto enunciatore.
In sintesi si può dire che ogni testo reca in sé, oltre che un sapere, anche un programma d’uso. Il progetto di comunicazione sotteso a un film, a un programma televisivo, a una pièce teatrale, oltre a contribuire a uno scambio di conoscenza, prevede anche un’appropriazione di significati da parte dell’utente indirizzandolo in conformità a tale appropriazione.
Il gioco attraverso cui, nel testo, enunciatore ed enunciatario negoziano sapere prende appunto il nome di c.t. Essa è esemplificabile nello schema domanda/risposta, in base al quale ogni testo audiovisivo si può considerare, dal punto di vista del suo funzionamento comunicativo, come una sequenza di domande e risposte che intervengono tra i due soggetti coinvolti. L’applicazione di tale schema può dare luogo ad almeno quattro situazioni:
1) risposta procrastinata. È il caso in cui il Soggetto enunciatore suscita una domanda e poi rinvia la risposta a tempo indeterminato, come quando nel thrilling si produce suspense mostrando allo spettatore cose che solo lui può sapere e costringendolo poi ad attendere quando esse incideranno sulla vicenda;
2) risposta negata. Si verifica quando l’enunciatario viene invitato a cercare altrove le sue risposte (ne è un esempio emblematico il funzionamento citazionale del cinema postmoderno) oppure quando la risposta non è recuperabile né nel testo né altrove e il lettore è invitato a fornirne una propria (classico il caso del cinema d’avanguardia o del cinema-saggio, in cui il contributo del lettore è determinante per chiudere il senso del testo);
3) risposta non suscitata. Si tratta di una ridondanza informativa presente nel testo e si esprime, ad esempio, in tutti i casi in cui il commento verbale ribadisce quanto già le immagini mostrano chiaramente (si pensi alla funzione della voce off in alcune dirette televisive);
4) assenza di domanda e risposta in quest’ultima circostanza il testo non precostituisce una domanda e non le fornisce risposta, ma rinvia il lavoro di interrogazione direttamente al lettore, il cui compito consisterà nel prestare attenzione alle lacune semantiche o ai silenzi del testo per chiudere il senso (esempio di questa quarta tipologia è quello di testi che risentono di veti o censure).
In quest’ultimo caso la conversazione deborda oltre i limiti del testo e coinvolge il lettore in carne e ossa anticipando le analisi della semiotica pragmatica sulla rilevanza del contesto.
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Bibliografia
- BETTETINI Gianfranco, La conversazione audiovisiva, Bompiani, Milano 1984.
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Note
Come citare questa voce
Rivoltella Pier Cesare , Conversazione audiovisiva, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (21/11/2024).
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