Denotazione

  • Testo
  • Voci correlate
Correlativo del termine connotazione, il concetto di d. presenta due differenti accezioni in ordine al suo uso logico o linguistico-semiotico.
Nel primo caso esso designa il valore estensionale (Frege) o il riferimento (Strawson) di una parola, cioè l’oggetto o la classe di oggetti cui essa rinvia. In tal senso il denotato della parola ‘cane’ è il suo referente, cioè quell’animale peloso a quattro zampe che viene designato dal nome (Filosofia del linguaggio).
In ambito linguistico, e poi semiotico, il termine acquista una nuova valenza poiché si riferisce a una dimensione del segno e non alla realtà da esso eventualmente designata. D., in questo nuovo contesto, significa così il senso condiviso che in un determinato sistema culturale si riconosce alla parola: ‘cane’ non designa più una realtà ‘in carne e ossa’, ma il suo interpretante (Segno) "animale peloso a quattro zampe che abbaia e scodinzola".

P. C. R.

Bibliografia

Non c'è bibliografia per questa voce

Documenti

Non ci sono documenti per questa voce

Note

Come citare questa voce
Rivoltella Pier Cesare , Denotazione, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (26/12/2024).
CC-BY-NC-SA Il testo è disponibile secondo la licenza CC-BY-NC-SA
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo
387