ASCII (American Standard Code for information Interchange)

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Codice standard americano per lo scambio d’informazioni (pronuncia americana: ‘aski’), è stato proposto nel 1965 da Robert W. Bemer e approvato nel 1968 dall’ ISO (International Organisation for Standardization). Per dare un equivalente digitale ai segni necessari per dialogare con il computer (caratteri di controllo e funzionali, lettere maiuscole, minuscole, numeri, segni di punteggiatura), il ricercatore americano stabilì una corrispondenza biunivoca tra 128 cifre binarie e altrettanti caratteri (i primi 32 erano caratteri di controllo, gli altri 96 si riferivano a lettere dell’alfabeto, numeri, segni grafici). In questo modo un tocco sul tasto ‘b’ diventa per il computer 01100010; al tasto ‘a capo’ corrisponde la sequenza 00001101. Il codice così costituito aveva però un grave limite: non teneva conto dei caratteri utilizzati da lingue diverse dall’inglese (ad esempio, le vocali variamente accentate o le consonanti tipiche come la Ñ).
Poiché il codice proposto da Bob Bemer prevedeva l’uso soltanto di 7 degli 8 bit costituenti la sequenza base di 0 e di 1 usata dai computer (Byte), rimaneva l’ottavo bit a disposizione. Usandolo, si è potuto disporre di altri 128 byte per altrettanti caratteri (extended character set). Neppure in questo modo si coprono però le esigenze di tutte le lingue. Esistono perciò varie tabelle codici: ad esempio la n. 437 è detta statunitense; la n. 850 multilingue o latina 1; la numero n. 852 slava. Esse sono tra loro diverse (in parte) nella porzione estesa del codice.
Poiché la tastiera di un computer – quand’è grande – ha poco più di un centinaio di tasti, come si fa a ottenere sullo schermo un carattere non presente sulla tastiera? La soluzione va trovata utilizzando l’equivalenza esistente tra cifra ‘digitale’ e cifra ‘decimale’. Nel codice ASCII ogni carattere è espresso da una cifra binaria, la quale a sua volta è trascrivibile in forma decimale: alla lettera ‘b’ corrisponde la cifra binaria 01100010, ma a questa corrisponde il numero decimale 98. Non c’è dunque un modo solo di scrivere la lettera ‘b’, ma due: 1) premendo il tasto corrispondente; 2) tenendo premuto il tasto ALT e digitando sul tastierino il numero 98 (dopo essersi assicurati che il tasto ‘bloc. num.’ sia premuto).
In concreto: per disporre di un carattere – presente nella tabella codice in uso, ma non sulla tastiera – devo tenere premuto il tasto ALT e battere sul tastierino numerico il numero corrispondente al carattere voluto. Ad esempio la sequenza ALT + 64 genera @; digitando ALT + 129 si ottiene la lettera ü; con ALT + 126 si ha il carattere ~. Le varie tabelle codici – con la corrispondenza cifra decimale/carattere sono facilmente rintracciabili in un manuale Dos.

F. Lever e R. Mastroianni

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Come citare questa voce
Lever Franco , Mastroianni Roberto , ASCII (American Standard Code for information Interchange), in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (03/12/2024).
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