Sceneggiatura
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Autore: Erika Scandone
Vsevolod Illarionovič Pudovkin (Penza, 16 febbraio 1893 - Riga, 20 giugno 1953), regista e sceneggiatore sovietico che pone le basi teoriche della scuola sovietica, al centro delle quali assume valore dominante la sceneggiatura
1. Le regole della s.
Nella storia delle tecniche compositive del cinema si sono tradizionalmente distinte due modalità di scrittura della s. La s. all’italiana, che ormai è preferita per motivi di maggior chiarezza, è contraddistinta da una suddivisione verticale del foglio in modo da creare due colonne: quella di sinistra per la descrizione dell’azione, cioè per la parte visiva, completa di inquadrature numerate, movimenti di macchina, indicazione dei piani e qualunque altro effetto tecnico; quella di destra riservata al sonoro, cioè al dialogo, alla musica, ai rumori e a eventuali effetti speciali. Ogni scena è numerata secondo un ordine differente rispetto alle inquadrature e a ogni fine scena si cambia pagina. La s. all’americana viene, al contrario, redatta per linee orizzontali come un normale testo di narrativa, con l’unica particolarità del dialogo che è rientrato e preceduto dall’indicazione del personaggio che parla al centro-pagina. La numerazione progressiva è comune per scene e inquadrature e le scene vengono scritte senza soluzione di continuità. Regole comuni a entrambi i tipi di s. sono quelle che prescrivono l’uso imperativo del tempo presente nella descrizione delle azioni filmiche anche nel caso di flashback, la divisione in scene o in quadri d’interesse, con accurate indicazioni di ambiente, di tempo e luce e infine le regole di trascrizione del testo, che occupa solo le pagine dispari, lasciando quelle pari ad annotazioni, variazioni, commenti.2. Le teorie della s.
La riflessione teorica ha concentrato la sua attenzione soprattutto sul valore e sulle caratteristiche della s. nell’economia generale della lavorazione filmica. Le differenti scelte sono legate principalmente alla collocazione del momento creativo: in fase di scrittura secondo alcuni, sul set secondo altri. I termini della disputa erano già chiaramente delineati negli anni Trenta e vedevano contrapporsi da un lato Pudovkin, dall’altro Ejzenstejn. Il primo, sostenitore della cosiddetta s. di ferro, seguito tra gli altri da René Clair, riteneva indispensabile una scrittura dettagliata che prevedesse ogni particolare, sia per quanto riguarda le riprese tipo di inquadratura, movimenti di macchina e distanze cinematografiche sia per ciò che concerne il montaggio. Ejzenstejn al contrario riteneva che la s. non dovesse essere che una novella, dettagliata dal punto di vista narrativo, ma priva di particolari tecnici e di qualunque riferimento al montaggio, da decidersi solo successivamente. Il testo scritto doveva fungere da supporto mnemonico ed evocativo al momento della vera creazione cinematografica, che si ha con la regia. Seguaci di questo punto di vista sono stati anche Rossellini e Fellini.Un nuovo contributo alla teoria sulla s. proviene dalla Francia, dove i termini che la definiscono sono scenario o découpage. A partire dal secondo termine si è arrivati a sostenere che un film è costituito da parti di tempo e parti di spazio. Il découpage nello spazio viene realizzato al momento delle riprese, quello nel tempo, in parte al momento delle riprese, in parte al momento del montaggio.
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Bibliografia
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- VANOYE F., La sceneggiatura. Forme, dispositivi, modelli, Lindau, Torino 1999.
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Come citare questa voce
Scandone Erika , Sceneggiatura, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (03/12/2024).
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