Remake
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Autore: Carlo Tagliabue
Per un Pugno di Dollari è un film di Sergio Leone del 1964 ispirato alla sfida del Samurai di Akira Kurosawa del 1961
La pratica del r. ha, di fatto, seguito e contrappuntato tutta la storia del cinema, anche se con motivazioni e logiche differenti.
Così, quando, agli inizi del sec. XX, il cinematografo diventa cinema quando, cioè, l’immagine in movimento, da puro strumento di documentazione della realtà, ne diventa soggetto narrante nasce inevitabile l’esigenza di raccontare delle storie, mutuando, soprattutto dalla letteratura, i soggetti da tradurre sullo schermo. La letteratura, quindi, diventa immediatamente la fonte primaria a cui attingere; i grandi romanzi, che popolano l’immaginario collettivo, costituiscono la materia da rivisitare, più volte e contemporaneamente, con il cinema (Letteratura e comunicazione sociale). Basti pensare, ad esempio, che tra il 1908 e il 1922 vengono realizzate ben sette versioni cinematografiche de I promessi sposi di Alessandro Manzoni.
La crisi che segue la fine della prima guerra mondiale, spinge i produttori a ricorrere al r., per superare tale momento di stasi creativa. Vengono, così, realizzati di nuovo alcuni kolossal di grande successo negli anni Dieci, come Quo vadis? (1924) di Georg Jacoby e Gabriellino D’Annunzio, o Gli ultimi giorni di Pompei (1926) di Amleto Palermi e Carmine Gallone.
L’avvento del sonoro è l’occasione propizia per rivisitare, alla luce di tale innovazione tecnica rivoluzionaria, molti prodotti spettacolari del periodo muto. Gli esempi, in questo senso, sono innumerevoli e, a volte, portano la firma del medesimo regista. Basterebbe citare, per tutti, Cecil B. De Mille che nel 1956 rifà I dieci comandamenti, che aveva già diretto nel 1923.
Da meccanico rifacimento filologico di un’opera preesistente, il r. diviene col tempo l’occasione per realizzare un film, che, pur partendo dallo stesso soggetto e mantenendo intatta la struttura della sceneggiatura, cambia i luoghi, i personaggi, l’epoca storica, adeguandoli a situazioni e ambienti completamente differenti dal modello originale. Si vedano, per esempio, Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone, rifacimento di La sfida del samurai (1961) di Akira Kurosawa; oppure I magnifici sette (1960) di John Sturges, rilettura in chiave western de I sette samurai (1954), sempre di Kurosawa.
Recentemente, soprattutto da parte del cinema hollywoodiano, il ricorso al r. si è fatto più frequente, seguendo una duplice valenza motivazionale: la prima è quella di sopperire alla reale scarsità di idee originali, acquistando i diritti di film europei, più o meno recenti, che hanno ottenuto un rilevante successo commerciale (Mio padre, che eroe!, Profumo di donna, Donne sull’orlo di una crisi di nervi); la seconda è quella che si è mossa in un’ottica di omaggio-rivisitazione del grande cinema del passato (Dracula di Bram Stocker, Frankenstein di Mary Shelley, Piccole donne di Gillian Armstrong). In ambedue i casi, comunque, è presente, in maniera più o meno esplicita, la tara della mera speculazione mercantile con la complicità degli effetti speciali e dell’uso delle nuove tecnologie; tara, che, al contrario, risulta assente in altre operazioni d’autore come, ad esempio, Nosferatu (1978) di Herzog, rivisitazione dell’omonimo capolavoro di Murnau (1922); oppure L’arpa birmana (1957) di Ichikawa, realizzato nuovamente dallo stesso regista nel 1985.
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Bibliografia
- Quattro passi nel remake, Edizioni Comune di Parma, Parma 1997.
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Come citare questa voce
Tagliabue Carlo , Remake, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (21/11/2024).
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