Cinegiornale
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Autore: Leandro Castellani
Programma cinematografico, edito periodicamente, composto da brevi spezzoni documentaristici che illustrano argomenti di politica, cronaca, attualità, costume, ecc.
In certo senso il c. rappresenta la formula più antica di spettacolo cinematografico, dato che i primi cineasti dai Lumière a Pathé, a Edison agli italiani Vitrotti e Alberini si occupavano soprattutto di filmare ‘attualità’, cioè immagini dal vero, avvenimenti (inaugurazioni di esposizioni, parate militari, ecc.) e personaggi famosi (lo zar Nicola, i sovrani, Papa Leone XIII), ripiegando all’occorrenza sulle cosiddette ‘attualità ricostruite’ mediante attori (l’affare Dreyfus, la presa di Roma, ecc.).
Il c. nasce ufficialmente nel 1907 con il Pathé Journal, che propone attualità dalla Francia e dal resto del mondo fornite da una vasta rete di corrispondenti, a cui fanno seguito un anno dopo le Actualités Gaumont e l’Eclair Journal. Negli anni del primo conflitto mondiale il c. è già in grado di documentare abbastanza tempestivamente non solo le cerimonie ufficiali ma anche quanto avviene sui campi di battaglia. Nel 1923 Dziga Vertov, propugnatore di un singolare tipo di realismo fotografico nel cinema sovietico, fonda la Kinopravda (c. monotematico), dopo aver lavorato negli anni 1918 - 19 a una Kinonedelija (Cinesettimana). Non mancano poi veri e propri scoop ante litteram, come quello del 1935, quando un operatore francese della Fox-Movietone riesce a riprendere ‘in diretta’ diremmo oggi l’assassinio di Alessandro I di Jugoslavia in visita a Marsiglia. Il c. costituisce ben presto un collaudato veicolo d’informazioni, accanto a quello costituito dalle grandi agenzie di informazioni e fotografiche internazionali. L’attualità cinematografica più o meno sofisticata e mistificata diverrà anche un efficace strumento di propaganda politica, ad esempio nel periodo della costruzione dello Stato sovietico.
In Italia il c. nasce ufficialmente negli anni del Fascismo con il cosiddetto notiziario o Film LUCE, prodotto dall’omonimo Istituto LUCE, nato nel 1925, che diventa per l’occasione ente statale, alle dipendenze del ministero della Cultura Popolare. Il Film LUCE diverrà ben presto un efficace strumento di regime e, nel tempo, la più completa fonte di documentazione audiovisiva sulla vita italiana negli anni del Fascismo, sia pure all’interno di una linea che privilegia l’ufficialità e tende a offrire un’immagine dell’Italia e degli altri Paesi informata ai dettami ufficiali.
Nel secondo dopoguerra nasce in Italia la Settimana Incom, c. settimanale fondato e diretto da Sandro Pallavicini, che per alcuni anni occupa validamente il posto lasciato libero dal Film LUCE, a cui si affiancano altri c. di minore tenuta e durata come Giorni dal mondo, Orizzonti, ecc.
La formula del c. si esaurirà di fatto sul finire degli anni Cinquanta, soppiantata dal nuovo giornalismo televisivo che ne diventa l’erede.
Ai c. siamo debitori di un importante e insostituibile materiale di repertorio, riguardante gli ultimi cento anni, conservato negli Archivi di tutto il mondo.
La tecnica narrativa nata col c., fatto di brevi e nervose riprese ‘dal vero’, propone anche al cinema di finzione un modo nuovo di raccontare, basato sull’immediatezza e su una fotografia meno calligrafica ed effettistica, che darà i suoi frutti non solo col grande documentarismo degli Ivens e dei Flaherty, ma anche in certo cinema realistico e neorealistico (Rossellini). Alcuni nuovi strumenti subito adottati dal giornalismo cinematografico (macchina a mano, zoom, ecc.) saranno fatti propri, negli anni Sessanta, dai giovani della ‘nouvelle vague’ francese e contribuiranno alla definizione della cosiddetta camera-stylo.
In certo senso il c. rappresenta la formula più antica di spettacolo cinematografico, dato che i primi cineasti dai Lumière a Pathé, a Edison agli italiani Vitrotti e Alberini si occupavano soprattutto di filmare ‘attualità’, cioè immagini dal vero, avvenimenti (inaugurazioni di esposizioni, parate militari, ecc.) e personaggi famosi (lo zar Nicola, i sovrani, Papa Leone XIII), ripiegando all’occorrenza sulle cosiddette ‘attualità ricostruite’ mediante attori (l’affare Dreyfus, la presa di Roma, ecc.).
Il c. nasce ufficialmente nel 1907 con il Pathé Journal, che propone attualità dalla Francia e dal resto del mondo fornite da una vasta rete di corrispondenti, a cui fanno seguito un anno dopo le Actualités Gaumont e l’Eclair Journal. Negli anni del primo conflitto mondiale il c. è già in grado di documentare abbastanza tempestivamente non solo le cerimonie ufficiali ma anche quanto avviene sui campi di battaglia. Nel 1923 Dziga Vertov, propugnatore di un singolare tipo di realismo fotografico nel cinema sovietico, fonda la Kinopravda (c. monotematico), dopo aver lavorato negli anni 1918 - 19 a una Kinonedelija (Cinesettimana). Non mancano poi veri e propri scoop ante litteram, come quello del 1935, quando un operatore francese della Fox-Movietone riesce a riprendere ‘in diretta’ diremmo oggi l’assassinio di Alessandro I di Jugoslavia in visita a Marsiglia. Il c. costituisce ben presto un collaudato veicolo d’informazioni, accanto a quello costituito dalle grandi agenzie di informazioni e fotografiche internazionali. L’attualità cinematografica più o meno sofisticata e mistificata diverrà anche un efficace strumento di propaganda politica, ad esempio nel periodo della costruzione dello Stato sovietico.
In Italia il c. nasce ufficialmente negli anni del Fascismo con il cosiddetto notiziario o Film LUCE, prodotto dall’omonimo Istituto LUCE, nato nel 1925, che diventa per l’occasione ente statale, alle dipendenze del ministero della Cultura Popolare. Il Film LUCE diverrà ben presto un efficace strumento di regime e, nel tempo, la più completa fonte di documentazione audiovisiva sulla vita italiana negli anni del Fascismo, sia pure all’interno di una linea che privilegia l’ufficialità e tende a offrire un’immagine dell’Italia e degli altri Paesi informata ai dettami ufficiali.
Nel secondo dopoguerra nasce in Italia la Settimana Incom, c. settimanale fondato e diretto da Sandro Pallavicini, che per alcuni anni occupa validamente il posto lasciato libero dal Film LUCE, a cui si affiancano altri c. di minore tenuta e durata come Giorni dal mondo, Orizzonti, ecc.
La formula del c. si esaurirà di fatto sul finire degli anni Cinquanta, soppiantata dal nuovo giornalismo televisivo che ne diventa l’erede.
Ai c. siamo debitori di un importante e insostituibile materiale di repertorio, riguardante gli ultimi cento anni, conservato negli Archivi di tutto il mondo.
La tecnica narrativa nata col c., fatto di brevi e nervose riprese ‘dal vero’, propone anche al cinema di finzione un modo nuovo di raccontare, basato sull’immediatezza e su una fotografia meno calligrafica ed effettistica, che darà i suoi frutti non solo col grande documentarismo degli Ivens e dei Flaherty, ma anche in certo cinema realistico e neorealistico (Rossellini). Alcuni nuovi strumenti subito adottati dal giornalismo cinematografico (macchina a mano, zoom, ecc.) saranno fatti propri, negli anni Sessanta, dai giovani della ‘nouvelle vague’ francese e contribuiranno alla definizione della cosiddetta camera-stylo.
L. Castellani
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Come citare questa voce
Castellani Leandro , Cinegiornale, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (03/12/2024).
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