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Luogo fisico, appositamente scelto e tecnicamente attrezzato, dove vengono realizzate le riprese di un film. Nella storia del cinema, si contano praticamente tanti s. quanti sono i film stessi; tutti organizzati secondo le esigenze di ogni specifica produzione: dai primi, brevi filmati dei Lumière che privilegiavano gli esterni reali per documentare alcune scene di vita quotidiana, ai s. immaginifici di Méliès, costruiti per meravigliare il pubblico di tutto il mondo attraverso quella macchina-cinema capace, più di ogni altro mezzo di comunicazione, di suscitare emozioni e catalizzare su di sé l’attenzione di milioni di spettatori; dalle strade alle piazze d’Italia, attrici esse stesse di un cinema come quello del neorealismo, tutto teso a rompere il muro che separava la realtà vera e autentica dalla realtà rappresentata sullo schermo, alla ricostruzione negli studios hollywoodiani di epoche storiche, situazioni e vicende che, attraversando il tempo e lo spazio, nella piena coscienza di muoversi nella finzione più pura, hanno alimentato per decenni quel popular dream market che è il cinema.
Anche se apparentemente neutri, il s. e la sua scelta, tuttavia, possono avere anche un preciso significato ideologico che ci riporta a una domanda fondamentale: che cosa è il cinema? Uno strumento che riproduce fedelmente la realtà, oppure un mezzo capace di trasformarla, stravolgerla, reinventarla, farla rivivere in una dimensione che ha nel sogno e nella fantasia collettivi la sua stessa ragion d’essere? In altri termini, il cinema è quello dei Lumière, o quello di Méliès? Attorno a tale dicotomia, a ben vedere, si è dipanata un po’ tutta la storia del cinema, senza, peraltro, mai giungere a una conclusione definitiva.
Spesso gli Autori – quelli con la a maiuscola – si sono interrogati su come e che s. scegliere in modo da fornire maggiore vigore e credibilità alle proprie storie. Un caso esemplare, in questo senso, è quello di Eric Rohmer, il quale, mentre girava il suo Perceval, non esistendo ormai più in Europa alcuna foresta medievale, l’ha ricostruita finta in uno studio con alberi di cartapesta e rivelando chiaramente e visivamente al pubblico la realtà irreale della sua messa in scena.
Gli esempi o le citazioni potrebbero continuare all’infinito, perché ogni s. di un film è anche la storia di quel film; ogni scelta del luogo nel quale girare innesca una dinamica che porta il regista a mutare, a volte, la propria idea di partenza, ad adeguarsi a necessità ambientali contingenti intervenute durante le riprese, a riconsiderare il proprio cammino in funzione di alcuni elementi sopraggiunti e che fanno parte integrante di quel luogo scelto appositamente per le riprese. Insomma, il punto di partenza e quello di arrivo di un film non corrispondono quasi mai alla lettera a quanto si era pensato originariamente, o a quanto è contenuto nella sceneggiatura. E il s. costituisce, materialmente, uno degli elementi che contribuiscono, più degli altri, a dar vita a questa azione di mutamento, spesso fondamentale per il risultato finale di un film.

C. Tagliabue

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Come citare questa voce
Tagliabue Carlo , Set, in Franco LEVER - Pier Cesare RIVOLTELLA - Adriano ZANACCHI (edd.), La comunicazione. Dizionario di scienze e tecniche, www.lacomunicazione.it (19/03/2024).
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