John Cassavetes (New York, 9 dicembre 1929 Los Angeles, 3 febbraio 1989), regista, sceneggiatore e attore statunitense, esponente della cd Scuola di New York e del New American Cinema
Movimento attorno al quale si sono raccolti alcuni giovani cineasti americani, all’inizio degli anni Sessanta, per opporsi decisamente al predominio sul mercato esercitato dal cinema hollywoodiano, definito da loro stessi come la "Grande Menzogna". Profondamente influenzati dall’esperienza della
Nouvelle Vague francese e del
Free Cinema britannico, questi cineasti manifestano la loro ferma opposizione a
Hollywood, anche scegliendo dei luoghi geograficamente diversi da quelli della produzione tradizionale per girare i loro film: non più la
Western Coast degli Stati Uniti, ma quella orientale e New York in modo particolare. Il loro veicolo culturale di coagulo è la rivista
Film Culture e i loro nomi sono quelli di Jonas e Adolf Mekas, Lionel Rogosin, Shirley Clarke, John Cassavetes, Sidney Meyers, Peter Bogdanovich, Robert Frank, Gregory Markopoulos, Alfred Lesley, Bert Stern, Joseph Strick, Morris Engel, Robert Drew, Richard Leacock, Albert e David Maysles. Più che su motivazioni di ordine ideologico, la loro protesta contro il cinema hollywoodiano si basa su un tentativo di abbattere i costi di produzione e di creare un circuito alternativo per la distribuzione delle loro opere. Per raggiungere tali finalità, Jonas Mekas forma prima il
N.A.C. Group (1960) e, immediatamente dopo, fonda una società di distribuzione, la
Milamaker’s Cooperative, che riunisce molti giovani autori indipendenti e la cui regola fondamentale è essenzialmente questa: l’associazione trattiene il 25% del costo del noleggio, mentre il restante 75% viene dato direttamente all’autore. Da un punto di vista estetico, questo gruppo di cineasti si distingue per alcuni caratteri comuni, che consistono nel rappresentare generalmente la realtà urbana dei quartieri più degradati, usando attori non professionisti e la presa diretta. Da un punto di vista dei contenuti e dei soggetti trattati nelle opere di questi autori, il N.A.C. può essere sintetizzato in quattro grandi linee di tendenza: la prima è quella che potremmo chiamare di
cinema verité, una sorta di reportage filmato sul quotidiano, ripreso direttamente e senza elaborate mediazioni da parte del regista: ad esempio, film come
Primary (1960) di Robert Drew, oppure
Eddie Sach at Indianapolis (1962) di Richard Leacock, Robert Drew, Albert e David Maysles; la seconda ha come modello narrativo la
fiction in cui è fortemente presente l’impronta personalissima e ben individuabile dell’autore:
Ombre (1960) di John Cassavetes,
The Connection (1962) di Shirley Clarke, oppure
Pull My Daisy (1959) di Robert Frank; la terza rappresenta microstorie individuali legate ad alcuni aspetti dell’emarginazione e dell’alienazione caratteristiche di alcuni aspetti della vita quotidiana nell’America di quegli anni:
Goldstein (1964) di Philiph Kaufman, oppure
Hallelujah the Hills (1963) di Adolf Mekas; l’ultima di tali tendenze quella che è destinata a sopravvivere nel tempo e che risente in maniera diretta dell’atmosfera culturale legata alla cosiddetta
beat generation si evidenzia per la scelta di sperimentare nuovi linguaggi, di ricercare diverse e originali forme espressive, connotandosi essenzialmente come puro cinema d’avanguardia al di fuori di ogni schema. Il movimento, a causa della sua non uniforme matrice ideologica e della sua incapacità a organizzarsi sul piano operativo, chiude questa breve esperienza nel 1965. Solo alcuni autori, quelli della quarta tendenza ricordata, continueranno la loro opera di sperimentazione e di ricerca come militanti attivi del cinema
underground.